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Agrobiodiversity Index, premiata la misurazione dell’agrobiodiversità

Agrobiodiversity Index ha elaborato un indice quantitativo in grado di misurare la sostenibilità del sistema alimentare. Con questo progetto ha vinto il Food Planet Prize 2023, assegnato a chi dimostra di avere il potenziale per migliorare il sistema agroalimentare nel pieno rispetto del Pianeta

Marwen Bailey e Sarah Jones (Foto Food Planet Prize)

(Rinnovabili.it) – Agrobiodiversity Index ha vinto il Food Planet Prize 2023. Due milioni di dollari, tanto è l’ammontare del premio, rappresentano il più grande riconoscimento in denaro assegnato a un’associazione che si occupa di ambiente.

L’obiettivo del Food Planet Prize è ridurre l’impatto ambientale del cibo, pertanto assegna il premio a chi dimostra di avere il potenziale per migliorare il sistema agroalimentare nel pieno rispetto del Pianeta.

Come misurare l’agrobiodiversità

Agrobiodiversity Index ha elaborato un indice quantitativo in grado di misurare la sostenibilità del sistema alimentare. Messo a disposizione di agricoltori, aziende e istituzioni, l’Agrobiodiverstiy Index è uno strumento prezioso per accelerare la transizione verso sistemi alimentari sani e sostenibili.

Benché si parli spesso di perdita della biodiversità, quella che riguarda in particolare piante, animali e microrganismi che hanno a che fare con il cibo e l’agricoltura – ovvero l’agrobiodiversità – gode di minore attenzione.

Sappiamo davvero cosa stiamo perdendo in termini di specie alimentari? Per dare una unità di misura del problema, la lista rossa delle specie minacciate stilata dall’International Union for Conservation of Nature monitora lo stato di conservazione di appena il 30% delle specie di piante commestibili conosciute.

Nove colture per il 66% della produzione agricola mondiale

Nel mondo esistono seimila specie diverse coltivate per l’alimentazione, ma solo nove colture (canna da zucchero, mais, riso, grano, patate, soia, frutti di palma da olio, barbabietola da zucchero e manioca) costituiscono il 66% della produzione agricola mondiale.

Anche per quanto riguarda gli allevamenti non è che le cose vadano meglio: si sta estinguendo un quarto delle oltre settemila razze di bestiame esistenti.

Gli agricoltori cercano di mantenere vive le colture locali, ma la spinta verso le monocolture – messe in serio pericolo dalle epidemie di parassiti e dagli effetti del cambiamento climatico – e gli allevamenti di poche razze è fortissima a livello globale.

Sembra incredibile che, a fronte di una qualità della vita complessivamente migliore, abbiamo una dieta povera. Per fare un paragone in ambito finanziario, è come se si investisse l’intero patrimonio in un solo titolo: una scelta suicida.

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Dare visibilità alla perdita di ricchezza agricola

L’Agrobiodiversity Index è nato proprio per dare una visibilità a quello che si sta perdendo in agricoltura e quindi in sicurezza alimentare.

I ricercatori hanno identificato tre pilastri per misurare lo stato dell’agrobiodiversità: diete sane, agricoltura sostenibile e situazione attuale e prospettive future.

In base ai tre pilastri, l’indice valuta lo stato (cioè stato attuale dell’agrobiodiversità nei mercati e nei consumi, nella produzione agricola e nella gestione delle risorse genetiche); le azioni (cosa stanno facendo concretamente paesi, aziende o progetti per aumentare l’agrobiodiversità in tutto il sistema alimentare); gli impegni (in che misura le strategie, le politiche e i codici di condotta nazionali, aziendali o di progetto contribuiscono all’uso sostenibile e alla conservazione dell’agrobiodiversità per diete sane, agricoltura sostenibile e opzioni di utilizzo future).

Oltre a misurare lo stato della produzione agricola per 80 paesi, i ricercatori hanno aggiunto altri 22 indicatori, alcuni dei quali presenti anche in altri dataset globali.

Dall’incrocio di tutti i dati è possibile ricavare informazioni utili in campo agroalimentare. Tuttavia c’è un problema, quello della disparità dei dati; solo per poche colture (grano, mais, riso, soia) sono disponibili dati a livello globale. Di tutte le altre specie in pratica non si sa nulla.

Sarebbe inoltre interessante che i dati di Agrobiodiversity Index fossero integrati con quelli di tipo sociale, ovvero come e in che misura le comunità locali preservano le specie del territorio, per valutare il livello di conservazione di un ecosistema.

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Le applicazioni di Agrobiodiversity Index

Quattro sono le applicazioni pratiche dell’Agrobiodiversty Index:

  1. Valutazione del rischio e della resilienza quando l’agrobiodiversità è bassa.
  2. Pianificazione degli interventi confrontando l’impatto sull’agrobiodiversità degli interventi nei mercati alimentari, nelle catene di approvvigionamento, nella produzione o nella gestione delle risorse genetiche agricole.
  3. Allineamento delle politiche globali. Gli indicatori dell’Indice sono allineati con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e con gli Aichi Targets (obiettivi per proteggere la biodiversità, finora non raggiunti). Questo aiuta a capire se l’agrobiodiversità è integrata negli interventi politici globali.
  4. Ranking e benchmarking. Confrontare le proprie prestazioni con quelle degli altri può essere uno stimolo a migliorare e a promuove lo scambio di conoscenze e di buone pratiche.

È anche allo studio la possibilità di utilizzare l’Agrobiodiversity Index in ambito finanziario per promuovere investimenti nell’agricoltura sostenibile.

La posizione delle aziende agroalimentari

L’agrobiodiversità non è solo nelle mani degli scienziati. I ricercatori di Agrobiodiversity Index stanno infatti lavorando con alcune grandi aziende alimentari: qualcuna è solo a caccia di greenwashing, ma molte sono seriamente intenzionate a imboccare la strada della vera sostenibilità.

Un interessante esempio positivo a livello di paesi è rappresentato dal Perù: alcuni chef famosi hanno spinto la politica a promuovere iniziative sostenibili, come l’impiego di cibi e colture locali nelle mense scolastiche.

Tuttavia, la resistenza è forte a tutti i livelli, e in molti paesi le politiche agricole non sono a favore dell’agrobiodiversità.

Per sottolineare l’importanza dell’agrobiodiversità, la scienziata Sarah Jones ha fatto l’esempio di un mazzo di carte. All’inizio sono 52, se ne togli qualcuna ti precludi alcuni giochi per cui serve il mazzo completo.

È quello che accade quando si perde una parte di varietà agricola: ti accorgi di quello che manca quando ormai è troppo tardi.