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Agroalimentare italiano il più green d’Europa, e dai campi al piatto vale 538 miliardi

Analisi della Coldiretti a 20 anni dall’emergenza mucca pazza. Da quell’emergenza è nata “un’agricoltura rigenerata attenta alla qualità delle produzioni, alla salute, all'ambiente e alla tutela della biodiversità come dimostra il fatto che i consumi domestici di alimenti biologici raggiungono la cifra record di 3,3 miliardi e la cosiddetta #DopEconomy sviluppa 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione”

Agroalimentare italiano
Image by kangbch from Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – L’Italia è diventata l’agroalimentare più green d’Europa; oggi è la prima ricchezza del Paese con 538 miliardi di valore dai campi agli scaffali fino alla ristorazione che garantisce 3,6 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del Pil. A dirlo la Coldiretti ricordando che 20 anni fa, il 12 gennaio 2001, era stato individuato nella provincia di Brescia il primo bovino in Italia colpito dal morbo della mucca pazza.

Dopo quella “emergenza – osserva la Coldiretti – una dimostrazione oggettiva che dallo shock dell’ultima grande epidemia, prima del Covid, impressa nella memoria collettiva è nata un’Italia migliore grazie alla scelta di investire su un progetto strutturale di rigenerazione che ha consentito al Paese di conquistare primati europei dal punto di vista quantitativo e qualitativo”. Oggi l’agricoltura italiana a distanza di 20 anni è “prima in Europa per valore aggiunto ma è anche la più green, con 311 specialità Dop e Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc e Docg, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 70mila aziende agricole bio, oltre al primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.

Si tratta – mette in evidenza la Coldiretti – di “una realtà che durante la pandemia Covid non si è mai fermata ed ha garantito l’approvvigionamento alimentare della popolazione non facendo mai mancare beni essenziali nonostante le molteplici criticità”. E’ per questo che secondo il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, “bisogna dunque ripartire dai nostri punti di forza dell’Italia con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può offrire con la rivoluzione verde un milione di preziosi posti di lavoro green nei prossimi dieci anni, come dimostra il boom del 14% di nascite di nuove imprese agricole under 35 negli ultimi 5 anni, in netta controtendenza rispetto agli altri settori”.

E’ cresciuta l’attenzione alla qualità, alla sicurezza alimentare e alla trasparenza dell’informazione – rileva la Coldiretti – un cambiamento sostenuto anche dalla domanda degli italiani che nel corso degli ultimi 20 anni hanno moltiplicato gli acquisti di prodotti tipici, biologici e soprattutto locali a chilometri zero direttamente dagli agricoltori.

“L’Italia è l’unico Paese del mondo che può contare su una rete organizzata di vendita diretta degli agricoltori con ‘Campagna Amica’ che mette a disposizione delle famiglie circa 1.200 mercati contadini a livello nazionale sia all’aperto che al chiuso con una varietà di prodotti che – spiega la Coldiretti – vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dal pesce alla carne, dall’olio al vino, dal pane alla pizza, dai formaggi fino ai fiori per una spesa annua che prima dell’emergenza ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro”. Da quell’emergenza è nata “un’agricoltura rigenerata attenta alla qualità delle produzioni, alla salute, all’ambiente e alla tutela della biodiversità come dimostra il fatto che i consumi domestici di alimenti biologici raggiungono la cifra record di 3,3 miliardi e la cosiddetta #DopEconomy sviluppa 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione”.