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Agricoltura100, la misura della sostenibilità

Agricoltura100 monitora e misura l’evoluzione della sostenibilità delle imprese agricole. L’indagine, voluta da Confagricoltura e Reale Mutua, ha coinvolto 2.806 imprese agricole italiane (+30% rispetto all’edizione precedente) per analizzare cosa fanno le aziende per migliorare il loro impatto, come lo fanno e con quali risultati

Foto Confagricoltura

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – La sostenibilità è un concetto astratto? I dati del terzo rapporto Agricoltura100, voluto da Confagricoltura e Reale Mutua per studiare la sostenibilità del settore agricolo, dicono esattamente il contrario.

Agricoltura e cambiamento climatico

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha affermato che la sostenibilità è sicuramente un tema centrale, talvolta un po’ abusato. Ma gli agricoltori sono persone concrete: «Volendo essere pragmatici dobbiamo dire che gli imprenditori agricoli si trovano a fare i conti con un cambiamento climatico irreversibile che, come tale, deve essere governato.

Il sistema agroalimentare deve essere centrale e in grado di garantire sicurezza e qualità. A questi temi si riallaccia il tema della sovranità alimentare in un mercato sempre più globalizzato».

Nello scenario attuale l’agricoltura è più che mai integrata sui temi della sostenibilità e si impegna nella tutela delle risorse naturali. Del resto gli agricoltori sono i primi custodi dei territori, nella consapevolezza che un terreno sano produce di più e meglio.

Nuovi modelli produttivi

I tempi cambiano e con essi i modelli produttivi. «Oggi il nostro obiettivo è traghettare il modello agricolo che fino ad oggi è stato improntato alla massima produttività e competitività verso una dinamica in cui si supera la visione fordista dell’attività di impresa».

L’agricoltura italiana è una potenza economica, sostenuta da un territorio unico al mondo che va preservato, ha sottolineato Giansanti.

Pertanto ha il dovere di «produrre in sicurezza, dare lavoro secondo regole chiare, creare modelli di solidarietà e integrazione, realizzare la transizione ecologica: quindi, andare oltre la semplice produzione per costruire un modello economico ampio».

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Lavorare per il bene comune

La maggiore partecipazione delle aziende agricole all’indagine Agricoltura100 è un dato estremamente positivo ed è interessante notare che proprio le imprese più innovative sono le più sostenibili, rileva Luca Filippone direttore generale Reale Mutua. «Da 194 anni Reale Mutua è una compagnia assicurativa del settore agricolo.

L’obiettivo primario di Reale Mutua non è solo il profitto ma anche lavorare per il bene comune. Dal 2015 abbiamo avviato una partnership con Confagricoltura per promuovere un modello di sviluppo innovativo e sostenibile in agricoltura.

Essere diventati una società Benefit ci aiuta a misurarci e impegnarci con piani di azione sulla sostenibilità, e l’agricoltura è centrale nella sostenibilità.

Innovazione, nuove tecnologie e obiettivi ambientali

Il cambiamento climatico impatta in primis sul mondo agricolo: confrontando il periodo 2012-2016 con quello 2017-2021 la media annuale dei danni da eventi catastrofici naturali sono aumentati del 115%». Un’evidenza davanti alla quale bisogna agire.

Agricoltura100 mostra un sistema agricolo con un crescente interesse per i percorsi sostenibili, che però deve coniugare le esigenze nutritive di una popolazione che aumenta con la salvaguardia dell’ambiente: «La strada da percorrere è quella dell’innovazione e delle nuove tecnologie grazie alle quali è possibile perseguire gli obiettivi ambientali ed economici. Insieme, perché gli uni non escludono gli altri», sottolinea Giansanti.

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Produrre di più e meglio

Luca De Carlo, presidente della 9a Commissione del Senato Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, evidenzia l’obiettivo centrale: «Non dobbiamo sfamare 10 miliardi di persone con cibi di laboratorio, ma producendo di più e meglio. In questo senso la sovranità alimentare è anche la garanzia di accesso a un cibo dignitoso per miliardi di persone.

L’attacco ai cibi tradizionali non colpisce solo l’Italia – anche se il nostro modello è quello che paga il prezzo più alto – ma un intero sistema produttivo che è ritenuto inquinatore, anche se non è così.

L’Italia è la prima agricoltura sostenibile in Europa e la sesta nel mondo, credo che dovrebbero copiare il sistema Italia anziché combatterlo per motivi ideologici».

De Carlo ragiona anche sul biologico, sicuramente importante per una fetta di mercato. Ma «se il 25% dei campi sono coltivati in biologico e quindi con rese inferiori, il 75% rimanente deve produrre di più per compensarle e nutrire le persone».

Italian Sounding: un danno, ma si copia dai bravi

All’estero ci vedono con altri occhi, l’agroalimentare italiano è ritenuto sicuro e di qualità. Non è un caso se tutti combattono il tricolore in etichetta: attira il consumatore medio.

De Carlo arriva al cuore del problema: «I cento miliardi che perdiamo con l’Italian Sounding equivalgono a tre finanziarie, una perdita enorme, che però ci riempie anche di orgoglio perché si copia dai bravi. La sfida è coniugare il rispetto ambientale con una maggiore produzione ottimizzando i sistemi, anche se non è facile».

Che importanza ha il PNRR per l’agricoltura? Come spiega De Carlo, «è necessaria una visione per programmare il futuro. I fondi del PNRR sono un’occasione per risolvere problemi strutturali e atavici.

Non si deve guardare il consenso immediato ma mettere l’Italia in condizione di risolvere problemi che altrimenti si trascineranno nel tempo».

E l’innovazione? «Quelle che per i nostri nonni erano innovazioni per noi sono la tradizione, che è giusto mantenere. Quindi tradizione e innovazione non sono in contrapposizione tra loro, ma una cosa è il miglioramento dell’altra».

Indagine su 2.806 imprese agricole

Daniele Cirelli di Innovation Team – MBS Consulting del Gruppo Cerved spiega che Agricoltura100 monitora e misura l’evoluzione della sostenibilità delle imprese agricole. L’indagine ha coinvolto 2.806 imprese agricole italiane (+30% rispetto all’edizione precedente) per analizzare cosa fanno le aziende per migliorare il loro impatto, come lo fanno e con quali risultati.

Un campione rappresentativo dell’agricoltura italiana che testimonia il crescente interesse delle aziende verso la sostenibilità che entra a far parte della loro cultura di gestione.

Agricoltura100 si basa su 236 variabili relative a 4 aree con cui abbiamo classificato la sostenibilità: ambientale, sociale, gestione dei rischi e delle relazioni con gli stakeholder, qualità dello sviluppo.

I numeri mostrano che nel 2020 l’agricoltura ha avuto funzione anche di tenuta sociale ed economica, nel 2021 è stata un fattore di crescita, mentre nel 2022 l’aumento dei costi mette molte aziende in difficoltà (solo il 27% ha margini di guadagno).

Da sinistra: Luca De Carlo, Massimiliano Giansanti, Luca Filippone (Foto Confagricoltura)

Cresce il livello di sostenibilità tra le aziende

Le aziende con un livello alto o medio-alto di sostenibilità sono passate dal 48,8% al 52,6% e dimostrano un’elevata propensione agli investimenti (meccanizzazione, coltivazione, allevamento, digitalizzazione, marketing) e all’innovazione (per l’80% delle imprese).

Il percorso è lungo e richiede adattamento, ma il quadro è complessivamente positivo.

Soprattutto dai dati emerge che sostenibilità e produttività sono strettamente collegate: le aziende più sostenibili crescono più rapidamente per fatturato e produzione.

La sostenibilità è radicata stabilmente nell’identità delle imprese: l’85% delle aziende ritiene prioritario investire nella qualità dei prodotti per garantire il consumatore, il 73% ritiene di doversi occupare con più impegno della protezione dell’ambiente, mentre il 66% considera necessario rafforzare le relazioni per fare rete e raggiungere gli obiettivi.

Le aziende vincitrici

Tre aziende hanno vinto questa edizione di Agricoltura100:

  1. Santissima Annunziata – San Vincenzo (LI,Toscana). Attività: Olivicoltura
  2. Azienda Agricola Bosco de’ Medici di Palomba GiuseppePompei (NA, Campania). Attività: Viticoltura
  3. Azienda Agraria Sperimentale Stuard – Parma (PR, Emilia-Romagna). Attività: Aziende Miste

Le sette menzioni speciali sono:

Attenzione all’impatto ambientale 

Società Agricola Natura Iblea – Ispica (RG, Sicilia). Attività: Ortive

Qualità e salute alimentare

OPOA Marsia Società Coop. Agricola – Avezzano (AQ, Abruzzo). Attività: Ortive

Gestione del rischio e protezione dei lavoratori

Azienda La Cura di Enrico CorsiMassa Marittima (GR, Toscana). Attività: Viticoltura

Rapporti con le reti, la filiera e la comunità locale 

Cooperativa Agricola Di Girolamo Gianni – Sabaudia (LT, Lazio). Attività: Ortive

Qualità del lavoro e occupazione dei giovani

Società Agricola F.lli Cherubini – Lonato del Garda (BS, Lombardia). Attività: Aziende miste

Agricoltura al femminile

Impresa Sociale Agricola Grow Up – Pinerolo (TO, Piemonte). Attività: Ortive

Contributo alla transizione e all’autonomia energetica

Società Agricola Fattorie Menesello – Lozzo Atesino (PD, Veneto). Attività: Aziende Miste