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Xylella, iniziative per la ripresa dopo la grande moria di olivi

Interventi contro la Xylella
Image by Dory from Pixabay

Nasce un polo specialistico per combattere la Xylella

Per gli olivi pugliesi il grande nemico da combattere è la Xylella fastidiosa. Questo patogeno batterico, ritenuto in assoluto uno dei più pericoli al mondo, si trasmette velocemente alle piante attraverso insetti vettori. La prima segnalazione nell’Unione Europea avvenne nel 2013 negli olivi pugliesi.

L’olivo è una pianta sempreverde presente da millenni nel bacino del Mediterraneo. I sintomi della malatia da Xylella vanno dall’imbrunimento delle foglie fino alla morte della pianta.

Continuano gli studi per trovare una soluzione efficace

Il fenomeno si è concentrato in Puglia – dove sono presenti molte piante secolari – con effetti drammatici sia dal punto di vista paesaggistico sia dal punto di vista economico e sociale, con calo della produzione e perdita di posti di lavoro. Infatti, le piante infette sono circa 21 milioni che hanno contaminato un’area di 183mila ettari.

Numerosi gli studi svolti nel tentativo di trovare una soluzione efficace. Uno dei più recenti viene dall’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara dove i ricercatori hanno messo a punto il nano materiale “Argirium SUNc”con proprietà battericide, batteriostatiche e fungicide che ha avuto buoni esiti nella sperimentazione su altre piante.

Finora l’unica certezza per ridurre la diffusione del contagio è nel monitoraggio, campionamento e analisi di laboratorio, oltre all’abbattimento delle piante malate.

Intanto la Regione Puglia ha diramato una circolare che specifica le misure fitosanitarie obbligatorie per contrastare la diffusione del patogeno. Il cambiamento climatico, anche nel caso della Xylella, fa la sua parte: il monitoraggio effettuato dall’Osservatorio Fitosanitario ha evidenziato che l’andamento climatico ha anticipato il ciclo di vita dell’insetto vettore, la sputacchina.

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Realizzazione di nuovi impianti olivicoli certificati

Coldiretti Puglia ha reso noto il progetto di investimento e assistenza agli olivicoltori, lanciato in collaborazione con Unaprol Consorzio Olivicolo Italiano e Cai Consorzi Agrari d’Italia. Questo polo specialistico prevede la realizzazione di nuovi impianti olivicoli. Gli olivi reimpiantati sono circa 3 milioni, di varietà resistenti alla Xylella certificate e di alta qualità.

Il progetto, inoltre, prevede la fornitura di mezzi tecnici per la lavorazione del terreno e la gestione degli impianti, servizi di assistenza tecnica specializzata per la progettazione, la realizzazione e la gestione degli impianti, consulenza agronomica e fitopatologica, il supporto ai finanziamenti pubblici e privati.

Come puntualizza Coldiretti, «rispetto alla misura per la ricostruzione del Piano nazionale di Rigenerazione sono giunte 8.133 domande singole e 26 domande collettive (contenenti 879 domande di adesione) per oltre 222 milioni di euro di richiesta.

Tuttavia, la dotazione finanziaria ammonta a soli 80 milioni. Il volume complessivo delle erogazioni, tra acconti e saldi, riguarda al momento soltanto 300 imprese per un importo pari a quasi 9 milioni di euro».

Una drammatica ordinarietà

Si è quindi ben lontani da quanto servirebbe per una reale ripresa del settore.

Come ha affermato Davide Granieri, presidente di Unaprol, «la diffusione della Xylella è ad un tale stato per cui non è possibile l’eradicazione del batterio ma bisogna conviverci.

Non si può più parlare di emergenza ma di una drammatica ordinarietà, che rende necessario elaborare strategie di contrasto, contenimento e monitoraggio sempre più efficaci.

Se, fino ad oggi, le risorse stanziate sono non solo insufficienti, ma addirittura non sono state spese, si ritiene necessario creare una cabina di regia, in grado di assicurare il coordinamento, l’attuazione, il monitoraggio e la gestione sia delle misure di contrasto alla fitopatia che delle misure di indennizzo e ristoro agli olivicoltori.

Una struttura di riferimento stabile, in grado di dare risposta in tempi rapidi agli olivicoltori, segnati da dieci anni di crisi dovuta al diffondersi del batterio, che assicuri efficacia ed efficienza in una reale azione di rigenerazione dell’olivicoltura pugliese».

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