Un vigneto digitale ad altissimo tasso di innovazione per la formazione di giovani agronomi. È quello che l’azienda vinicola umbra Arnaldo Caprai ha ceduto in comodato all’ITS Umbria Academy per gestire in campo l’insegnamento e l’apprendimento delle nuove tecnologie

Formazione per agronomi smart nel vigneto digitale
Tradizione sì, ma attualizzata dall’innovazione. È questo il senso del vigneto digitale di Arnaldo Caprai, una grande azienda vinicola che si trova a Montefalco (PG), nel cuore dell’Umbria.
Un’azienda che, vale la pena ricordarlo, accanto ai numerosi riconoscimenti per la qualità vinicola è stata premiata anche per la sostenibilità sociale.
Vigneto digitale, come funziona?
Per Marco Caprai, il figlio di Arnaldo, la parola innovazione non è un termine astratto: si traduce in un’agricoltura dinamica che si impegna per la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Qui l’innovazione va anche a braccetto con la formazione dei giovani. Con questo obiettivo, Caprai ha appena inaugurato il primo vigneto digitale italiano.
L’investimento per il vigneto digitale (120mila euro) viene dai fondi del PNRR. Seimila piante ad altissimo tasso di innovazione, in cui un robot controlla anche la crescita dell’erba tra i filari.
L’azienda ha ceduto un ettaro in comodato all’ITS Umbria Academy per gestire in campo l’insegnamento e l’apprendimento delle nuove tecnologie.
Agricoltura e nuove tecnologie
L’agricoltura vive una fase di profonda trasformazione, in cui le nuove tecnologie influenzeranno le tecniche di produzione. Siamo all’inizio di una nuova rivoluzione dell’agricoltura che ha bisogno di nuove figure professionali.
Nel vigneto digitale di Caprai sono installati dei sensori. Le centinaia di informazioni che trasmettono servono a monitorare lo sviluppo delle piante e a indicare le tecniche di coltivazione più appropriate.
La gestione dei dati è centralizzata. Gli agronomi digitali devono essere in grado di leggere la mole di dati trasmessi dai sensori, di interpretarli, di lavorare con i robot, con le centraline meteo che monitorano perfino il grado di umidità sulle foglie, con le sonde.
Per fare prodotti di maggiore qualità con minore impatto ambientale non basta più solo diminuire l’uso di sostanze chimiche e le emissioni di CO2. Bisogna essere resilienti davanti ai cambiamenti climatici e fare del risparmio idrico un imperativo assoluto.
Sostenibilità, ricerca e innovazione
All’interno dell’azienda è presente un laboratorio di ricerca e sviluppo dove è costante lo scambio con il mondo della ricerca che, è proprio il caso di dirlo, ha portato buoni frutti.
Dal 1987 Caprai collabora con l’Istituto di Coltivazioni arboree della facoltà di Agraria dell’Università di Milano. Molti i temi di ricerca comune:
- la selezione clonale del Sagrantino
- lo studio del patrimonio genetico varietale di progenie di Sagrantino ottenute da seme
- l’applicazione di moderne tecniche agronomiche per la gestione di nuovi impianti
- la zonazione polifenolica
- le prove agronomiche per la gestione dei processi di maturazione tecnologica e fenolica delle uve
- la gestione del suolo tramite inerbimenti con sovesci e concimazioni con matrici organiche diverse.
Il progetto Vineyard Connected è un programma di gestione digitale del vigneto sia per la manodopera che per i mezzi meccanici. Questo permette di migliorare l’efficienza operativa e la qualità dei prodotti.
Il progetto Agroclim Technology ha apportato nuove tecnologie per difendere la vite dagli eventi climatici estremi: atomizzatore a recupero di prodotto a rateo variabile in caso di piogge eccessive, sistemi antibrina automatizzati contro le gelate tardive, impianto di irrigazione a rateo variabile per contrastare le ondate di calore estive.
Il futuro è arrivato nel presente
Caprai è il vigneto del futuro? O forse ha portato il futuro nel presente?
Nel 1971 Arnaldo Caprai ha creduto nel Sagrantino in tempi non sospetti, quando si produceva quasi esclusivamente quello passito destinato al consumo familiare.
Nel 1988 la visione di Marco Caprai ha lanciato il progetto per la valorizzazione del Sagrantino che ha portato l’azienda ai vertici in Italia e nei mercati internazionali.
Negli anni Novanta il riconoscimento della Docg (Denominazione di origine controllata e garantita, ovvero il marchio che garantisce al consumatore l’origine geografica di un vino) ha messo le ali alla produzione dell’azienda ed ha definitivamente aperto la strada all’innovazione.
Oggi la qualità del Sagrantino di Montefalco, un rosso robusto, frutto di continue sperimentazioni, è una realtà indiscussa.