L’infestazione di cavallette è dovuta al cambiamento climatico?
Dopo l’infestazione del 2022, le cavallette sono tornate in Emilia Romagna in questa nuova estate bollente.
Coldiretti ha lanciato l’allarme: le cavallette (Calliptamus italicus) stanno facendo strage di frutta in maturazione sugli alberi (come pesche, susine e albicocche tardive), vigneti, foraggi ed erba medica nella zona di Faenza e nel Riminese.
L’associazione ha anche avviato un monitoraggio tra le aziende associate per individuare i focolai e sollecitare le istituzioni locali a intervenire tempestivamente.
Dopo l’alluvione le cavallette, l’Emilia Romagna senza pace
Nel tentativo di limitare i danni, gli agricoltori stanno accelerando la raccolta per evitare di perdere l’intera produzione.
Infatti, non si tratta solo di limitare i danni, ma anche di fare in modo che il problema non si diffonda ad altre zone. Le cavallette sono polifaghe, ovvero si cibano di sostanze diverse. Pertanto, alla loro fame insaziabile non sfugge nulla, compresi gli orti.
I danni sono incalcolabili in una zona che è stata già messa a dura prova dall’alluvione dello scorso anno e gli agricoltori non riescono a risollevarsi da una calamità che ne arriva subito un’altra.
Tra l’altro, il numero e la voracità degli insetti fanno temere che arrivino in pochi giorni in pianura causando ulteriori danni.
Le cause? Condizioni climatiche, abbandono delle aree collinari, mancanza di antagonisti naturali
Le condizioni climatiche “ideali” si creano con l’alternanza di piogge abbondanti – che fanno crescere la vegetazione di cui si nutrono le cavallette – e periodi di siccità, che le spinge a spostarsi dove trovano cibo.
Quindi, si può affermare che l’infestazione di cavallette è uno dei tanti effetti del cambiamento climatico che creano danni economici, ambientali e paesaggistici.
Anche l’abbandono delle aree montane e collinari, non più coltivate, crea le condizioni per la proliferazione delle cavallette che non hanno antagonisti naturali, come gli animali da cortile.
Cia-Agricoltori dell’Emilia Romagna intende chiedere alla Regione di delimitare le aree per la richiesta dello stato di calamità natura attivando la legge 102. Pertanto, invita gli agricoltori a segnalare l’attacco delle cavallette per fare la mappatura delle aree colpite.
Una calamità per le colture
Ogni cavalletta mangia in un giorno l’equivalente del suo peso, e questo può dare la misura del danno catastrofico che producono alle colture.
Per avere un’idea, l’unità di crisi per le locuste della FAO ritiene che uno sciame dell’estensione di un chilometro quadrato (come quelli che aggrediscono i paesi africani) riesce a divorare in un giorno l’equivalente di cibo che potrebbe sfamare 35.000 persone.
Oltre ad essere fameliche, le cavallette sono grandi viaggiatrici: in un giorno possono coprire una distanza di 150-200 chilometri. Ad esempio, gli studiosi segnalano un’invasione che negli anni Cinquanta le portò dall’Africa Occidentale al Regno Unito, mentre nel 1988 dal Senegal giunsero nei Caraibi attraversando l’Oceano Atlantico.