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Resilienza climatica, un grande finanziamento per raggiungere gli obiettivi ambientali globali

La resilienza climatica è al centro di un ingente finanziamento destinato ai paesi meno sviluppati. Accelerare la loro azione sui temi ambientali è fondamentale per raggiungere entro i prossimi dieci anni gli obiettivi globali per la biodiversità, il cambiamento climatico e l’inquinamento

Resilienza climatica
Immagine di freepik

Resilienza climatica, il finanziamento dedicato a progetti ecosostenibili

Sulla resilienza climatica si gioca la sopravvivenza di intere comunità in tutto il mondo. A 736,4 milioni di dollari ammonta lo stanziamento complessivo del Global Environment Facility (GEF) per progetti di protezione ambientale.

Il GEF è un gruppo di fondi dedicati a temi ambientali quali perdita di biodiversità, cambiamenti climatici, inquinamento, industrie più pulite, città sostenibili, salute della Terra e degli oceani, resilienza climatica. Vi aderiscono 186 governi, esponenti della società civile, popolazioni indigene.

Il finanziamento alla resilienza climatica nei progetti del GEF

Il GEF si impegna per distribuire sostegni ai paesi in via di sviluppo in modo veloce ed efficiente.

Accelerare la loro azione sui temi ambientali è fondamentale per raggiungere entro i prossimi dieci anni gli obiettivi globali per la biodiversità, il cambiamento climatico e l’inquinamento.

Il pacchetto di aiuti destina quasi 500 milioni di dollari a 25 progetti, tra cui il Sustainable Cities Integrated Program: pianificazione urbana, resilienza climatica, neutralità di emissioni.

Altri progetti riguardano le sfide ambientali nel settore industriale (chimica, cemento, tessile, rifiuti, elettronica, vetro, mattoni) e il sostegno al nuovo Indonesia Coral Bond modellato sul Wildlife Conservation Bond, emesso dalla Banca Mondiale nel 2022 con il sostegno finanziario del GEF.

La resilienza climatica è il tema centrale dei progetti del GEF, come dimostra l’approvazione di un finanziamento record di 203 milioni di dollari destinato ai 20 paesi meno sviluppati.

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La grande muraglia verde contro il cambiamento climatico

Uno dei principali progetti finanziati è il Great Green Wall.

Questa iniziativa a guida africana intende costruire una muraglia verde di 8mila chilometri che attraversa la regione del Sahel ai margini meridionali del deserto del Sahara, uno dei luoghi più poveri del Pianeta.

Il Sahel è in prima linea nel cambiamento climatico, che ha un impatto devastante su milioni di persone: siccità persistenti, mancanza di cibo, conflitti per la diminuzione delle risorse naturali, migrazioni di massa.

Grazie a questo progetto di resilienza climatica sostenuto dalla Convention to Combat Desertification delle Nazioni Unite, le comunità dal Senegal a Gibuti stanno reagendo. 

Il GEF ha stanziato un finanziamento di 37,8 miliardi di dollari per progetti che devono migliorare la sostenibilità di oltre 30 milioni di ettari di aree protette sulla terraferma e in mare in Brasile e in Messico.

Sono previsti finanziamenti a lungo termine e sostegno alla conservazione a guida indigena.

I progetti a cui partecipa la FAO

La FAO ha aiutato 28 paesi a sbloccare 70 milioni di dollari dal GEF per progetti di sostenibilità urbana, gestione delle acque sotterranee, perdita di biodiversità, cambiamento climatico e degrado del suolo.

L’obiettivo è aumentare la resilienza climatica dei paesi meno sviluppati e mettere in atto soluzioni integrate per il sistema agroalimentare. I progetti guardano alla sostenibilità, ma soprattutto ad affrontare sfide ambientali che fanno la differenza per la vita delle persone.

Quindi, nell’ambito dei progetti GEF dedicati alle città sostenibili, la FAO porta avanti l’iniziativa Green Cities in Algeria, Cile e Zimbabwe.

Riunisce 20 paesi e 9 agenzie impegnati per la resilienza climatica delle città e la loro neutralità dal punto di vista delle emissioni di gas climalteranti.

La gestione dei sistemi costieri

Grazie alla FAO, sette paesi dell’America Centrale collaboreranno per gestire in modo olistico le risorse interne e gli ecosistemi costieri.

Pertanto, la piattaforma Source-to-Sea migliorerà la biodiversità, la sicurezza idrica e la Blue Economy di 12 grandi bacini idrografici e dei grandi ecosistemi marini dei Caraibi e del Pacifico.

Il progetto intende quindi ripristinare 300 ettari di zone umide, migliorare la gestione di oltre 1,8 milioni di ettari di aree protette terrestri e marine e di oltre 353mila ettari di paesaggi con ricadute positive su 350mila persone.

Fermare il degrado di suolo

Il progetto SOILCARE aiuta 14 Stati caraibici a migliorare la gestione sostenibile per raggiungere gli obiettivi di neutralità in termini di degrado del suolo.

In questo modo, i sistemi agroalimentari saranno più produttivi e aumenterà la resilienza climatica. L’obiettivo è ripristinare 28mila ettari di terreni agricoli, migliorare la gestione di quasi 70mila ettari di terreno e a vantaggio di almeno 6.900 agricoltori.

Programmi analoghi di resilienza climatica, migliore gestione delle risorse idriche, dell’agricoltura e degli allevamenti, protezione della biodiversità, sicurezza alimentare, gestione sostenibile del territorio e delle foreste si svolgono in Angola, Tanzania, Mauritania, Bosnia-Erzegovina.

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