Negli ultimi 20 anni, l’Unione Europea ha dato l’autorizzazione alla vendita e all’uso di decine di pesticidi, nonostante siano la causa di perdite “impressionanti” tra le popolazioni di insetti sul continente. Con un danno grave per la biodiversità europea e i servizi ecosistemici a cui queste specie contribuiscono.
Perché è successo? I funzionari di Bruxelles hanno semplicemente seguito e applicato le linee guida per la valutazione dei prodotti fitosanitari. Il problema è che queste linee guida sono state praticamente scritte dall’industria dell’agrochimica. E la stessa cosa sta per accadere in questi mesi, durante il primo processo di revisione di questi documenti. Lo rivela uno studio di Pesticide Action Network Europe (PAN) pubblicato oggi.
L’Efsa, l’ok ai pesticidi e i consulenti vicini all’industria agrochimica
L’associazione punta i riflettori sull’Efsa, l’Agenzia per la sicurezza alimentare dell’UE. E sui consulenti messi a contratto per finalizzare le linee guida sugli artropodi, che includono i criteri e i protocolli per la valutazione dei pesticidi ai fini autorizzativi. Secondo PAN, queste linee guida risalenti al 2002 sono “obsolete e di parte” e “consentono l’uccisione degli artropodi quasi senza limiti”.
A scriverle sono consulenti di un ateneo olandese, la Wageningen University, che lavorano a stretto contatto con l’industria dell’agrochimica. I criteri delle linee guida attuali sono “molto limitati e insensibili”, continua l’associazione. Consentono l’uccisione di fino al 50% della popolazione con l’irrorazione di un singolo pesticida. E si basano su concetti “non scientifici”: ipotizzano che le popolazioni possano “riprendersi” anche quando, in fase di test, si ha un tasso di mortalità del 100%.
Ora, questo stesso approccio è impiegato per redigere le nuove linee guida. PAN lo afferma sulla base di documenti interni dell’Efsa di cui è entrata in possesso.
I consulenti dell’Efsa vogliono:
- Riconoscere la produzione agricola come un “servizio ecosistemico”, eliminando la protezione per gli artropodi agricoli e riducendo l’adeguamento delle pratiche agricole alla biodiversità;
- Considerare gli insetti fitofagi un “disservizio” ecosistemico, escludendoli dalla protezione nonostante il loro ruolo fondamentale nelle reti alimentari;
- Usare terreni agricoli degradati come riferimento per condizioni ecologiche ottimali, in contrasto con la normativa UE;
- Ignorare l’obbligo di valutare l’effetto combinato dei pesticidi, che può moltiplicare l’impatto sugli insetti;
- Sostituire i test reali sugli insetti con modelli computerizzati poco realistici e difficilmente verificabili;
- Non rispettare l’obbligo di studiare gli effetti a lungo termine dei pesticidi, limitando i test a 48 ore.
L’ong teme che questo sia solo il primo passo. “Il vero scopo è copiare i nuovi metodi nelle linee guida per altre categorie di piante e animali, man mano che vengono riviste nei prossimi anni”, scrive PAN nel suo rapporto, “con le linee guida per gli anfibi sulla linea di tiro”.
” L’agenzia dovrebbe essere all’altezza dei suoi principi fondanti, assumere scienziati veramente imparziali e utilizzare linee guida solide per sbarazzarsi rapidamente dei pesticidi che causano tanto caos nell’ambiente da cui tutti dipendiamo”, afferma il direttore esecutivo di PAN Europe, Martin Dermine.