di Nicola Pirina
(Rinnovabili.it) – Un anno fa si scriveva sul futuro del primario nel nuovo mondo post pandemico. Così come di tanti altri futuri. Cos’è accaduto? Cos’è cambiato? Cosa si è fatto?Domande retoriche.
E’ passato un anno! 365 giorni. Un’enormità di tempo. Quanta concreta attenzione riceverà questo essenziale comparto dal recovery plan?
Essere agricoltori o allevatori non è mai stato un semplice lavoro, men che meno compito facile, anche nei (rari e non collegati) casi in cui si è risposto bene alle sfide dell’attuale pandemia. La popolazione mondiale ed i sistemi produttivi sono tutti (o quasi) in sofferenza, più che per la pandemia, per come la stessa è stata gestita e per i 24 mesi di nevralgia acuta che questa situazione ci mette davanti.
Si è agito per la parte sana delle produzioni? Si riuscirà a mantenere la stabilità dei prezzi e, soprattutto, farlo in modo equilibrato che tuteli la ricca biodiversità delle regioni? I sistemi agricoli e alimentari europei sono resilienti rispetto alla pandemia ed hanno svolto un ruolo anticiclico garantendo forniture alimentari adeguate e prezzi stabili? Aiutano ad abbassare e stabilizzare i prezzi internazionali? Hanno servizi ecosistemici e dimensioni che svolgono un ruolo fondamentale nel plasmare i modelli meteorologici globali mitigando i cambiamenti climatici?
Leggi anche Patuanelli: produzione rinnovabile da agroforestale può migliorare
L’immagine pubblica dell’agricoltura e dei sistemi alimentari, a tutt’oggi, mal si concilia con alcuni metodi di produzione secolari ed obsoleti, inefficienti e dannosi per le persone e per l’ambiente. I progressi tecnologici però hanno già messo a disposizione sistemi e logiche più efficienti e più rispettose dell’ambiente, recependo anche i sani principi della network economy, essendo oramai sdoganato, anche qui, che se l’intelligenza collettiva è anche connettiva si ottengono risultati sorprendenti.
Sebbene la portata degli effetti della pandemia sia ancora in corso, gli impatti sull’agricoltura e sui sistemi alimentari si faranno sentire in molteplici dimensioni.
È importante pertanto sottolineare che la ripresa offre un’opportunità per ricostruire meglio e per promuovere azioni integrate per la salute umana, animale e ambientale, l’occupazione e la trasformazione economica, tutti temi che dovrebbero essere al centro di una strategia lungimirante.
Attualmente, non c’è motivo per cui la crisi sanitaria si trasformi in una crisi alimentare globale. Tuttavia, il virus rappresenta una seria minaccia per la sicurezza alimentare e il sostentamento nei paesi più poveri, dove i sistemi di produzione agricola sono più laboriosi e c’è meno capacità di resistere al grave shock macroeconomico, che deve ancora dispiegare molti dei suoi effetti nel tempo. Portare il cibo dove è necessario richiederà catene di approvvigionamento forti e flessibili in grado di rispondere ai cambiamenti nella domanda dei consumatori e adattarsi in risposta ai vincoli di offerta derivanti dalle misure implementate in risposta alla pandemia.
Le lezioni tratte dalla pandemia dovranno essere integrate con le risposte alle sfide che il sistema alimentare globale deve ancora affrontare, tra cui: resilienza rispetto agli eventi meteorologici estremi, riduzione delle emissioni di gas, gestione di nuovi rischi di malattia da monocolture, malattie animali e vegetali che influenzano direttamente la salute umana e così via. tutti temi ancora drammaticamente presenti ed attuali.
Leggi anche IFAD, investire nell’agricoltura sostenibile
Servono scelte forti per ridurre i sostegni distorsivi, inefficienti e dannosi per l’ambiente, liberando così risorse finanziarie per investimenti in un sistema alimentare più produttivo, sostenibile e resiliente in grado di affrontare nuove sfide. Lo shock improvviso sottolinea la necessità di un passaggio da politiche business as usual a un pacchetto politico più lungimirante che investa nella salute, produttività, sostenibilità e resilienza del sistema alimentare globale.
La pandemia dovrebbe spingerci a ridefinire il modo in cui nutriamo l’umanità. Il mondo ha ora un’opportunità unica di adottare misure a lungo termine per promuovere diete più sane, incoraggiare gli agricoltori a produrre una gamma più ampia di alimenti e rafforzare la collaborazione tra i settori della sanità pubblica, dell’educazione, dell’alimentazione, dello sport e dell’agricoltura.
E la ricerca agricola può svolgere un ruolo fondamentale nel trasformare i sistemi.
La necessità di cambiamento è chiara.
Il futuro, in ultima analisi, è inconoscibile, vero, però dovremmo aver imparato a studiare ed a comprendere e, in un certo qual modo, a prevedere alcune cose.
a cura di Nicola Pirina, CEO www.kitzanos.com