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La riforma fiscale e le attività agricole innovative

Riforma fiscale in agricoltura
Foto Confagricoltura

Riforma fiscale per la nuova agricoltura

La riforma fiscale e lo sviluppo delle attività agricole innovative e delle agroenergie – L’esempio dell’acquacoltura e delle vertical farms” è il titolo di un incontro che si è svolto nella sede romana diConfagricoltura.

Stabilità fiscale, elemento di competitività per le imprese agricole

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha esordito toccando un tema fondamentale, quello della stabilità fiscale: “In questi ultimi anni stiamo vivendo eventi straordinari, dalla pandemia al cambiamento climatico, dall’instabilità geopolitica a quella dei mercati fino all’aumento dei prezzi dell’energia. Le aziende agricole, in qualunque condizione, devono fornire cibo sano, di qualità e in misura sufficiente ai cittadini. Nello stesso tempo, devono competere sui mercati internazionali e contenere il prezzo del carrello per i consumatori.  

Le recenti proteste degli agricoltori sono nate anche da problemi fiscali. La stabilità fiscale è un elemento di competitività per le imprese agricole. I decreti e le misure di attuazione della riforma fiscale prendono atto dei cambiamenti dell’agricoltura: questo significa costruire insieme un percorso di stabilità e crescita per il settore”.

I doveri dell’agricoltura

Giansanti ha sintetizzato in tre punti i primi doveri degli agricoltori: garantire l’autosufficienza alimentare, il giusto reddito degli imprenditori e dei lavoratori del settore, il giusto prezzo per i consumatori.

Una conferma ulteriore dell’importanza di una opportuna riforma fiscale è che stabilità e chiarezza consentono agli agricoltori di programmare la produzione.

Gli agricoltori, inoltre, sono i più interessati a mantenere sano l’ecosistema: è dalla terra che traggono il loro reddito, e una terra sana produce di più e meglio, come ha ricordato Anna Maria Barrile, direttore generale di Confagricoltura.

Quali sono le pietre angolari della riforma fiscale?

L’intervento di Maurizio Leo, vice ministro dell’Economia e delle Finanze, è partito dalle prime riforme del sistema tributario per arrivare alla situazione attuale.

Quali sono le pietre angolari della riforma fiscale? Certezza del diritto, semplificazione, lotta all’evasione, riduzione della pressione fiscale. Leo ha più volte sottolineato l’intenzione del governo di tendere la mano ai contribuenti onesti ed essere inflessibili con quelli disonesti.

In sostanza, si vuole creare un rapporto di fiducia con gli imprenditori per permettere loro di lavorare e creare reddito e lavoro.

Il governo è impegnato nella valorizzazione del settore primario. Le attività agricole innovative e le agroenergie sono settori in forte sviluppo, che hanno bisogno di un adeguamento delle forme di tassazione: la riforma fiscale ne tiene conto e si sta muovendo in questa direzione, ad esempio con le modifiche dell’Irpef.

Le prime modifiche hanno recepito le richieste di Confagricoltura. Ad esempio, la riconduzione ai redditi agricoli dei proventi che possono ricavarsi dalla cessione di beni materiali e immateriali derivanti dalla lotta ai cambiamenti climatici e dalla tutela dell’ambiente, come i certificati di crediti di carbonio per la cattura della CO2 attraverso l’utilizzo delle nuove tecniche dell’agricoltura rigenerativa.

Le vertical farms sono attività agricole innovative

Le forme di agricoltura innovativa che stanno crescendo negli ultimi anni, come si diceva, non possono rientrare in vecchi schemi normativi.

La riforma fiscale riconduce al sistema di tassazione agricola le attività collegate allo svolgimento di cicli biologici di carattere vegetale, come le vertical farms, soluzioni strategiche per raggiungere gli obiettivi della transizione green e della sostenibilità ambientale. Le vertical farms, infatti, svolgono un’attività agricola a tutti gli effetti.

Luca Travaglini, co-fondatore e co-CEO di Planet Farms, ha portato la sua esperienza di azienda agricola verticale che in pratica riunisce in sé l’intera filiera: «Innovazione e tecnologia abbinate al cibo non devono spaventare: nel nostro stabilimento riproduciamo processi naturali 365 giorni l’anno, esportabili dovunque».

Servono investimenti, ricerca e sostegni. Planet Farms produce in 2 ettari quello che l’agricoltura tradizionale produrrebbe in 600 ettari: questo non significa entrare in competizione, ma aprire nuove strade.

Come ha sottolineato Travaglini, Planet Farms non è solo insalate, è tecnologia. Si parla di agroindustria, un concetto che in Italia è praticamente sconosciuto: per questo ha sollecitato chiarezza fiscale e semplificazione delle regole se il nostro Paese vuole fare uno scatto in avanti.

Più attenzione all’acquacoltura

L’agricoltura non è solo a terra, come ha dichiarato Pier Antonio Salvador, presidente di API (Associazione Piscicoltori Italiani): «Siamo i contadini dell’acqua, perché non operiamo solo in mare ma anche in acqua dolce. L’acquacoltura, quindi, è una vera a propria forma di agricoltura».

Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ha evidenziato il disallineamento che finora ha separato agricoltura e acquacoltura: una visione che deve cambiare sia per l’importanza del settore nell’equilibrio alimentare, sia per la sua crescente sostenibilità.

L’export alimentare è ulteriormente cresciuto nell’ultimo anno, e questo conferma la qualità dei nostri prodotti. Per agevolare gli imprenditori agroalimentari che vogliono operare sui mercati internazionali, Lollobrigida ha citato l’iniziativa che li mette in contatto con gli ambasciatori per lavorare in sinergia.

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