A cosa serve la mappatura del genoma del caffè Arabica?
La mappatura del genoma del caffè Arabica è davvero così importante? Sembra proprio di sì, perché il caffè Arabica è la specie più pregiata e più diffusa di caffè (costituisce circa il 60% della produzione mondiale di caffè), ma è anche la più vulnerabile alle malattie e alle difficoltà che derivano dagli effetti del cambiamento climatico.
Una ricerca internazionale a cui hanno contribuito 40 istituzioni di 19 paesi ha decodificato il patrimonio genetico del caffè Arabica e delle specie progenitrici (The genome and population genomics of allopolyploid Coffea arabica reveal the diversification history of modern coffee cultivars, pubblicato in “Nature genetics”).
Mappatura del genoma per la protezione delle piante
I ricercatori hanno quindi ricostruito la storia di questa specie, della sua nascita e della sua espansione a livello mondiale.
Spiega Giovanni Giuliano, responsabile ENEA del progetto, ricercatore della Divisione Biotecnologie e Agroindustria: «I dati di mappatura del genoma faciliteranno le attività di miglioramento genetico e di conservazione del germoplasma di Arabica, che sono necessarie per la protezione di questa specie da future malattie, dalla siccità e dai cambiamenti climatici».
Quando si parla di caffè, i nomi ricorrenti sono Arabica e Robusta. Qual è la differenza? Anticamente si credeva che il nome Arabica (Coffea arabica) derivasse dalle origini nella penisola araba; in realtà è originario dell’Etiopia e successivamente fu coltivato in Arabia e nello Yemen.
Il caffè Robusta (Coffea canephora), deve il suo nome al fatto che la pianta è più robusta di Arabica. Il sapore è più intenso e corposo, mentre quello di Arabica è più delicato. Rispetto ad Arabica, i chicchi di Robusta contengono il doppio della caffeina, che ha proprietà pesticide: quindi tiene lontani gli insetti.
Il caffè Arabica è frutto di un’ibridazione
Arabica nasce dall’ibridazione di due specie diverse, Robusta e Coffea eugenioides, che avvenne fra i 300 e i 600mila anni fa.
Non esiste una certezza assoluta sul luogo di origine. Tuttavia sembra che il progenitore selvatico più prossimo del caffè Arabica sia stato individuato nella Great Rift Valley, una zona ricca di biodiversità nell’altopiano etiopico.
L’ibridazione tra specie diverse è un fenomeno che avviene normalmente in natura nel corso di migliaia o milioni di anni. Anche specie a noi familiari come cotone, frumento, tabacco, colza derivano da ibridazioni, seppure più recenti.
«La mappatura del genoma permette di ricostruire i rapporti di parentela tra diverse cultivar e di mappare le zone in cui si sono introdotti i geni di resistenza alla ruggine.
Ma è possibile la comparsa in futuro di nuovi ceppi di ruggine capaci di superare la resistenza della pianta, come sta già avvenendo per la banana.
Grazie a questo lavoro, i breeder avranno gli strumenti per difendere uno dei prodotti agricoli più importanti, come il caffè.
Infatti ha una produzione annua di circa 10 milioni di tonnellate per un valore commerciale di oltre 40 miliardi di euro».