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Francia, le nuove proposte per cambiare l’agricoltura

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La battaglia, trasversalmente condivisa, per la semplificazione

Per la Francia devono cambiare le regole dell’agricoltura europea. Equiparare la sovranità alimentare alla sostenibilità ambientale è quanto in sostanza ha dichiarato il ministro francese dell’Agricoltura, Marc Fesneau, con l’intenzione di rassicurare gli agricoltori che nei primi tre mesi del 2024 hanno protestato vivacemente.

Il ministro ha quindi inteso placare gli animi arrabbiati degli agricoltori e dei loro sindacati, che hanno avuto atteggiamenti molto ruvidi. Infatti, ha sottolineato che la Francia si sta impegnando «per cambiare il software sia a livello nazionale che europeo».

Il Governo ha già adottato una serie di misure che vanno incontro alle esigenze del mondo agricolo che vanno dal sostegno fiscale per l’acquisto dei carburanti agli aiuti economici in caso di eventi climatici avversi. Per gli allevatori ha previsto invece un aiuto in caso di epidemia di afta epizootica.

Una nuova legge sull’agricoltura presentata dalla Francia

La Francia ha presentato un progetto per una nuova legge sull’agricoltura che il Parlamento esaminerà a maggio e che Fesneau auspica che sia votata a giugno.

Di sicuro ha trovato un appoggio trasversale quando, rivolgendosi a tutti i parlamentari presenti in aula, ha affermato che «il dibattito dovrà permetterci di andare oltre e di semplificare tutto ciò che può essere semplificato». La farraginosità burocratica non è solo un problema italiano.

Nel testo presentato dal ministro Fesneau l’agricoltura si configura come una delle priorità per il Paese, e ha promesso di ridimensionare le sanzioni per i reati ambientali, ritenute sproporzionate.

Un altro punto chiave riguarda la semplificazione della PAC: a questo proposito il ministro ha dichiarato che si impegnerà personalmente perché il Parlamento adotti queste misure entro la fine di aprile.

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Protezione dalla concorrenza sleale

Quando il ministro ha parlato della ricerca di un «giusto equilibrio» tra la vocazione alle esportazioni che accomuna la Francia e gli altri Paesi dell’Unione Europea e la «necessità di proteggere» i produttori dalla concorrenza sleale delle produzioni extra-UE ci è sembrato che cavalcasse i temi su cui da anni si battono Coldiretti, Confagricoltura e le altre associazioni italiane di agricoltori.

Fesnesau fa anche riferimento a un concetto di sovranità alimentare che «significa creare le condizioni a livello nazionale, europeo e internazionale per garantire che la nostra agricoltura rimanga un fattore di potere economico e di potere in generale».

La Francia, a questo proposito, si oppone agli accordi dell’UE con il Mercosur (una organizzazione analoga all’UE che accomuna i Paesi dell’America Meridionale) e l’Australia, perché applicano pratiche di produzione vietate nell’UE.

La questione grano

Fesneau sostiene la necessità di una maggiore armonizzazione delle regole entro i confini dell’UE allo scopo di garantire il giusto reddito agli agricoltori europei e riequilibrare i negoziati commerciali con i produttori e la grande distribuzione.

Anche la solidarietà a Kiev deve avere dei limiti, secondo Fesneau. Francia, Polonia e altri Paesi chiedono maggiore protezione del grano e vogliono che siano fissati i volumi medi delle importazioni dal 2021 al 2023 come soglia per l’attivazione delle clausole di salvaguardia automatiche.

Gli Stati membri hanno trovato l’accordo sul periodo di riferimento, ma non sul grano che non è stato incluso tra i settori sensibili.

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