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Forum Acqua, l’impronta idrica dell’agricoltura

Forum Acqua, l’impronta idrica dell’agricoltura

Foto di u_cq5nour74s da Pixabay

Forum Acqua, l'impronta idrica dell'agricoltura

È vero che l’agricoltura consuma troppa acqua?

Il Forum Acqua organizzato da Legambiente insieme a Utilitalia fa il punto sui consumi dell’agricoltura tra infrastrutture obsolete, perdite insostenibili e conseguenze del cambiamento climatico.

L’agricoltura è il comparto produttivo che più soffre dei danni dovuti al clima. Negli ultimi quattro anni grandine (58%), siccità (27%) e allagamenti (10%) hanno causato danni incalcolabili.

Tra il 2021 e il 2024 l’Osservatorio Città Clima di Legambiente ha registrato 96 eventi meteo estremi legati all’acqua. Le regioni più colpite sono Piemonte, Veneto, Puglia, Emilia-Romagna e Sardegna.

Quanta acqua consuma l’agricoltura italiana?

Mancano sei anni alla scadenza degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l’Italia è decisamente in ritardo nella gestione sostenibile dell’acqua.

Rispetto ad altri settori produttivi, l’agricoltura consuma il 57% del totale dei prelievi d’acqua, il 31% è destinato usi civili e il 12% a quelli industriali.

I dati emersi dal Forum Acqua mostrano un’agricoltura assetata e nello stesso tempo sprecona: consuma in media 17 miliardi di metri cubi di acqua all’anno, ma solo nel 4,6% dei terreni irrigati si usano acque reflue depurate.

Il recupero delle acque piovane è trascurabile, mentre richiederebbe una visione strategica che favorisca l’accumulo e la reimmissione in falda e che possa mitigare e ridurre i danni di eventi meteo estremi.

Infine, l’uso di fertilizzanti e pesticidi incide sulla qualità dell’acqua e delle falde, che sono anche inquinate dalla presenza di microplastiche.

Quanta ne potrebbe risparmiare?

A fronte di questo, il Forum Acqua mette in evidenza anche il grande potenziale di risparmio idrico dell’agricoltura italiana: il risparmio di acqua con l’impiego dell’irrigazione a goccia si colloca in una forbice che va dal 40 al 70%, mentre il riutilizzo delle acque reflue e depurate potrebbe coprire addirittura il 45% della domanda irrigua.

Secondo Legambiente, per utilizzare appieno questa importante risorsa, bisognerebbe darsi degli obiettivi di crescita con un riutilizzo in agricoltura del 20% delle acque reflue depurate entro il 2025, il 35% entro il 2027 e il 50% entro il 2030.

Spiega Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia: «Il riuso delle acque depurate rappresenta un tassello importante insieme alla costruzione di invasi a uso plurimo, all’utilizzo dei fanghi di depurazione e dei rifiuti organici come fertilizzanti, fino al recupero del fosforo e alla produzione di biometano.

Il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura è una soluzione che dovrebbe diventare strutturale applicando all’acqua, laddove economicamente sostenibile, gli stessi principi dell’economia circolare.

I gestori sono pronti a fare la propria parte, considerando che il nostro Paese ha depuratori di ottima qualità: auspichiamo una pubblicazione tempestiva dell’aggiornamento del DM 185/2003 alle disposizioni del Regolamento europeo 2020/741.

Bisogna, inoltre, individuare incentivi anche per coprire i costi per la realizzazione e gestione degli impianti e delle infrastrutture necessarie».

L’agricoltura dal modello intensivo a quello agroecologico

Per Legambiente bisogna potenziare l’uso dell’agricoltura di precisione e passare dal modello di agricoltura intensiva a quello agroecologico, che riesce a coniugare sostenibilità e innovazione.

Afferma Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: «L’acqua è una risorsa vitale ma anche sempre più scarsa a causa di stress idrico e siccità. Per questo è fondamentale utilizzarla meglio e meno e in questa partita l’agricoltura ha un ruolo strategico.

Occorre, perciò, mettere al primo posto l’agroecologia e le buone pratiche agroecologiche che, al contrario dell’agricoltura intensiva e della monocultura, permettono di utilizzare meno acqua rispondendo al meglio alla crisi climatica, agli eventi meteo estremi, all’abbassamento delle falde e ai fenomeni di desertificazione a cui stiamo assistendo in modo sempre più frequente.

Per mettere a sistema il grande potenziale del comparto agricolo, bisogna unire interventi di economia circolare, innovazione tecnologica, prevenzione, promuovere colture meno idroesigenti, il recupero delle acque reflue depurate in agricoltura, diffondere la produzione di biologico e dare attuazione anche alle progettualità già previste dal PNRR sul risparmio idrico in agricoltura».

Al Forum Acqua 4 proposte per un’impronta idrica sostenibile

L’agricoltura rappresenta l’ago della bilancia della gestione sostenibile della risorsa idrica. Al Forum Acqua, Legambiente ha presentato al Governo 4 proposte che hanno al centro innovazione e buone pratiche agricole, che riportiamo di seguito.

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