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Foodtech, piccole startup italiane crescono

Il rapporto “Il foodtech in Italia nel 2023” di Eatable Adventures conferma la dinamicità del tessuto imprenditoriale italiano con la presenza di 341 startup che si dimostrano protagoniste del cambiamento. Sono ad alto tasso di tecnologia, occupano circa 4mila persone, i fondatori sono giovani adulti e più di un terzo sono donne

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Foto Eatable Adventures

Startup food tech, innovazione e sostenibilità

Il rapporto Il foodtech in Italia nel 2023 è nato dall’impegno di Eatable Adventures e fa un’analisi approfondita del settore: dove è arrivato e dove andrà. Eatable Adventures è un ecosistema composto da una gamma differenziata di attori – startup, aziende, governi, investitori – che mette in connessione gli innovatori dell’agroalimentare di tutto il mondo per accelerare il cambiamento del settore.

Il valore dell’agroalimentare italiano

Nel 2023 il settore agroalimentare ha generato più di 65 miliardi di euro in valore assoluto, ovvero il 3,8% dell’economia totale italiana secondo l’Istat. Pertanto, queste cifre confermano il grande valore dell’agroalimentare in termini di occupazione: 740mila aziende agricole, più di 330mila imprese di ristorazione, 70mila industrie alimentari e 4 milioni di lavoratori.

Il foodtech italiano è in piena espansione e le startup sono in una fase di sviluppo crescente: una combinazione che può rafforzare la competitività del nostro sistema agroalimentare. L’Italia diventerà una Foodtech Nation?

Il programma di accelerazione FoodSeed

Nel 2023 è nato il progetto FoodSeed, ovvero il programma di accelerazione foodtech della rete nazionale di acceleratori di CDP Venture Capital. Partner del programma sono Fondazione Cariverona, UniCredit, e Eatable Adventures. Corporate partner sono Amadori, Cattolica Business Unit di Generali Italia, Axxelera, e Veronafiere. Il partner scientifico è l’Università di Verona.

Tra 250 candidature, FoodSeed ha selezionato sette startup: Agreen Biosolutions (olio ozonizzato per un’agricoltura sostenibile), AgreeNet (biomateriali per aumentare la shelf life dei prodotti), Foreverland (cioccolato senza cacao, derivato dalla carruba), Hypesound (fermentazione avanzata grazie alle onde sonore), Regrowth (benessere del pascolo e monitoraggio da remoto), Soonapse (intelligenza artificiale per lo stress idrico e spreco d’acqua) e Trusty (trasparenza e tracciabilità dei prodotti alimentari).

Ognuna di esse ha ricevuto un investimento iniziale di 170.000 euro, con possibilità di incremento fino a ulteriori 500.000 euro per le più performanti e un percorso di accelerazione di 6 mesi.

Inoltre, è previsto un piano personalizzato per la crescita e la stabilizzazione delle aziende, che faciliterà la ricerca di investitori e le sosterrà in termini di sostenibilità.

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341 startup foodtech nel 2023

Verona Agrifood Innovation Hub (VAIH), lanciato nel 2023, è un progetto volto a promuovere l’imprenditoria nel settore agroalimentare. Offre programmi di formazione gratuiti per sviluppare competenze tecniche e commerciali e organizza eventi di networking con imprenditori di successo e workshop per profili aziendali di alto livello.

La presenza di 341 startup foodtech conferma la dinamicità del tessuto imprenditoriale italiano, dove si dimostrano protagoniste del cambiamento. La loro distribuzione geografica è variabile: la Lombardia guida la classifica con il 30,50% delle startutp.

Il picco di nuove aziende foodtech si è avuto nel 2022: oggi occupano circa 4mila persone. Una crescita che dimostra anche l’adattamento a contesti mutevoli: crisi geopolitiche, espansione demografica, pandemia, digitalizzazione, cambiamento climatico, progressi tecnologici.

I fondatori delle startup foodtech sono giovani adulti: l’età media è di 35,6 anni (solo il 4% ha meno di 25 anni), il 32% sono donne.

La base tecnologica è forte: il 65,4% delle startup foodtech ha sviluppato internamente la propria tecnologia. Le più utilizzate sono intelligenza artificiale, machine learning, biotecnologie, Internet of Things, blockchain, robotica.

Le 4 categorie delle startup foodtech

Il rapporto ha evidenziato quattro categorie principali: Agritech, Produzione e Trasformazione Alimentare, Retail & Distribuzione e Restaurant-tech & Delivery. Nella categoria Agritech predominano i nuovi sistemi di coltivazione e i sistemi di automazione delle coltivazioni. Cresce l’interesse per il vertical farming, l’efficienza produttiva e l’ottimizzazione delle pratiche agricole; non mancano le biotecnologie applicate all’agricoltura.  

Quali sono le risorse necessarie per crescere? Le startup foodtech italiane ne hanno segnalate 5: attrazione degli investitori internazionali, sostegno dall’industria alimentare italiana, presenza in eventi internazionali, conoscenza delle best practices, semplificazione per l’accesso agli aiuti pubblici.

Sul fronte degli investimenti, i tempi sono difficili a livello globale, ma il foodtech italiano, nonostante tutto, riesce a resistere e per le startup del settore sono addirittura cresciuti. Secondo il rapporto, nel 2023 gli investimenti totali nel settore sono stati di circa 167 milioni di euro, con un incremento di quasi il 10% rispetto al 2022. Per quanto riguarda le fasi di investimento, il 43% si colloca nella fase seed, mentre il 32,3% è in fase pre-seed.

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.