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Donne e agricoltura per un futuro più sostenibile

Qual è il ruolo delle donne nell’agricoltura? Se ne è discusso nel corso del convegno “L’agricoltura del futuro, fra innovazione e tradizione”. Le donne svolgono un ruolo fondamentale in termini di valorizzazione dell’agroalimentare e del territorio. Pur rimanendo legate alla tradizione, le aziende a guida femminile sono più innovative, più sostenibili e più diversificate

Donne e agricoltura per un futuro più sostenibile
Foto Confagricoltura

Rafforzare il ruolo delle donne per rafforzare l’agricoltura

Saranno le donne a caratterizzare il futuro dell’agricoltura? Stando ai dati del CREA (Consiglio per la Ricerca in gricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) la strada è segnata da un trend in crescita.

Attualmente il 31,5% delle aziende agricole è gestito – e anche molto bene – da donne.

Pur rimanendo legate alla tradizione, si tratta di aziende più innovative, più sostenibili e più diversificate.

Le donne svolgono un ruolo fondamentale in termini di valorizzazione dell’agroalimentare e del territorio.

Basta pensare alla loro capacità di mantenere vive le aree interne, dimostrando di saper guardare al futuro anche in zone difficili, coniugando tradizione e resilienza con un effetto positivo sui territori e sulle comunità.

Le donne costruiscono il futuro

È finito il tempo di vedere le donne in agricoltura come persone antiquate, relegate in un angolo. Oggi si tratta di imprenditrici esperte, laureate, competenti e consapevoli di avere un ruolo determinante nella società e per la costruzione del futuro.

Come ha sottolineato Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, nel corso del convegno “L’agricoltura del futuro, fra innovazione e tradizione”, anche in un presente che mette in discussione il futuro all’Europa «dobbiamo investire nella formazione dei giovani, credere nei valori reali».

In tante occasioni, Confagricoltura Donna ha dimostrato di essere aderente alla realtà elaborando proposte, avviando campagne di sensibilizzazione sociale (ne citiamo una per tutte, le clementine antiviolenza) e mostrando apertura a temi non solo economici.

L’accordo con FIDAPA

Crede fortemente nella circolarità, nel fare rete, nel diffondere la cultura di genere. A tal fine, nel 2024 ha siglato un impegno con FIDAPA BPW, l’associazione che promuove, coordina e sostiene le iniziative delle donne in ambito artistico, professionale e aziendale.

Insieme intendono avviare iniziative congiunte di informazione, formazione e mentoring sul territorio nazionale per colmare il divario di genere.

Il valore delle imprenditrici agricole ha una doppia dimensione di cura: se una volta era solo familiare, oggi hanno un ruolo strategico per la sicurezza alimentare. Pertanto, ha detto Oddi Baglioni, «chiediamo aiuti specifici, sia a livello nazionale che europeo».

Positivo l’aumento di iscrizioni femminili nelle facoltà di Agraria, che denota la presa di un impegno più forte e responsabile. In questa ottica, Confagricoltura Donna e FIDAPA BPW hanno in progetto accordi con scuole e università per migliorare la formazione femminile nel settore e responsabilizzare ulteriormente verso un’idea sostenibile di agricoltura e di futuro.

Rafforzare la filiera

«Poiché il 15% del Pil riguarda l’agroalimentare, è ovvio che l’agricoltura sia un pilastro delle politiche dell’Unione Europea», ha affermato l’on. Giuseppe Castiglione della XIII Commissione Agricoltura della Camera.

Bisogna rafforzare la filiera, e l’imprenditore agricolo è il suo fulcro, ha detto Castiglione che ha messo in evidenza i punti critici della politica UE: la mancanza di una regia comune e l’eccesso di norme rigide e a volte incomprensibili. Cose che i giovani – e non solo – vivono come un ostacolo alla competitività e alla creazione di reddito.

Eppure, anche con i suoi difetti, l’Europa sostiene l’agricoltura sia dal punto di vista economico che come protezione del paesaggio e conservazione della biodiversità.

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.