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Distrutto il vigneto sperimentale TEA dell’Università di Verona

Distrutto il vigneto sperimentale TEA dell’Università di Verona come era accaduto lo scorso anno per il campo sperimentale di riso. I ricercatori non si stancano di sottolineare che le TEA non sono OGM, e le coltivazioni in pieno campo servono a valutare i risultati ottenuti dopo anni di ricerca nei laboratori di genetica e biologia molecolare

Distrutto il vigneto sperimentale TEA dell’Università di Verona
Foto di Brett Sayles per Pexels

Conviene fermare la ricerca sulle TEA?

Ancora una volta le sperimentazioni TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) scatenano i vandali. Era già successo a giugno 2024 in un campo di riso TEA dell’Università di Milano in provincia di Pavia.

Non è certo un bel segnale per la ricerca scientifica.

Questi studi rappresentano un importante passo avanti per migliorare la resistenza delle colture ai patogeni e agli effetti del cambiamento climatico.

Dal riso al vigneto

Nel vigneto dell’Università di Verona a San Floriano in Valpolicella dallo scorso ottobre è in corso una prova sperimentale con le viti TEA di Chardonnay. Nella notte tra il 12 e il 13 febbraio stato vandalizzato il vigneto che rappresenta l’avanguardia della ricerca Italia nel campo della genetica agraria.

A Pavia – nell’ambito del progetto RIS8imo – si testava la resistenza delle piante al fungo Pyricularia oryzae, responsabile della malattia nota come brusone: una delle principali minacce per le coltivazioni di riso, che può causare fino al 50% di perdite del raccolto.

Il vigneto di San Floriano in Valpolicella, allestito dallo spin off di ateneo EdiVite, fa invece parte di una ricerca per rendere le piante resistenti alla peronospora – che negli ultimi anni ha distrutto ettari di vigneti – con l’autorizzazione dell’autorità competente e nel rispetto delle norme vigenti.

Come nel caso della risaia dell’Università di Milano, il laboratorio a cielo aperto è di enorme importanza per valutare i risultati ottenuti dopo anni di ricerca nei laboratori di genetica e biologia molecolare.

«Le TEA non sono OGM»

I ricercatori tengono a sottolineare che le piante TEA modificano in modo preciso una specifica sequenza di DNA ma non alterano l’assetto genetico né inseriscono sequenze esogene.

È importante non fare confusione e specificare che le TEA non sono OGM.

Infatti è in corso di definizione nell’Unione Europea una proposta per differenziare le TEA dagli OGM che sta generando parecchie polemiche.

Dopo questo atto vandalico, non si sa se e quando la sperimentazione – frutto di una lunga attività scientifica – potrà ripartire.

Il valore della sperimentazione in pieno campo

Perché è importante la sperimentazione in pieno campo? David Bolzonella, direttore del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, spiega che «le viti oggetto della sperimentazione, più resistenti alle malattie, come da prove condotte nei laboratori, devono essere valutate in pieno campo per stabilire la loro reale resistenza e per ridurre l’impiego di fitofarmaci. Quindi a beneficio della salute umana e della sostenibilità ambientale».

Le associazioni di agricoltori confermano l’importanza delle TEA per il futuro dell’agricoltura italiana e condannano un atto vandalico che dimostra la sostanziale ignoranza sulla materia da parte di chi continua ad accomunare – sbagliando – TEA e OGM.

La posizione degli agricoltori

Per Coldiretti le soluzioni per il miglioramento genetico «permetteranno di selezionare nuove varietà vegetali, con maggiore sostenibilità ambientale, minore utilizzo di input chimici, ma anche resilienza e adattamento ai cambiamenti climatici, nel rispetto della biodiversità. 

Non hanno nulla a che fare con i vecchi OGM poiché non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta e permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale».

Identica la posizione di Confagricoltura, che da sempre difende l’importanza delle TEA e delle sperimentazioni in campo.

Anche in questa occasione afferma che «la ricerca sulla genetica vegetale è una via sicura e sostenibile per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e le fitopatie, e per potenziare la produttività dell’agricoltura italiana tutelando l’ambiente e l’uomo.

Di fronte al reiterarsi di questi atti spregevoli, la Confederazione chiede al Ministero dell’Ambiente di valutare l’effettiva opportunità di rendere pubblica la geolocalizzazione delle sperimentazioni in campo».

Non fermiamo la ricerca

Aver distrutto il frutto di anni di ricerca, peraltro sottoposta a controlli rigidissimi, è un atto gravissimo.

Ovviamente le sperimentazioni devono tenere conto di eventuali conseguenze sulla salute delle persone e sulla biodiversità: temi di importanza tutt’altro che secondaria.

Ma, al di là delle posizioni che si possono avere sul tema, c’è un fattore da tenere presente: il cambiamento climatico, che ogni anno causa gravi perdite all’agricoltura.

Poiché i fenomeni estremi sono ogni anno più violenti e frequenti, per quanto ancora saremo in grado di garantire la nostra sicurezza alimentare? Anziché farci trascinare dall’ideologia e da posizioni antiscientifiche, ragioniamo su una realtà estremamente banale: il cibo è indispensabile per la sopravvivenza e la ricerca scientifica potrebbe scoprire soluzioni efficaci prima che sia troppo tardi.

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.