Mancato monitoraggio dell’impatto su salute e biodiversità, rischi per il settore biologico, nessun limite allo strapotere delle multinazionali sementiere. E ancora: mancanza di tracciabilità e di obbligo di indicazione in etichetta. Sono i pericoli principali dello sdoganamento da parte dell’UE delle colture ottenute tramite tecniche di evoluzione assistita (TEA), i cosiddetti OGM 2.0. L’appello di 200 associazioni europee
![Deregolamentazione TEA: 200 associazioni contro i nuovi OGM](https://www.rinnovabili.it/wp-content/uploads/2025/02/deregolamentazione-tea-1-edited.jpg)
Rischi per la biodiversità per via delle possibili contaminazioni genetiche da organismi ottenuti con le nuove tecniche di evoluzione assistita (TEA). Pericoli per la libertà degli agricoltori, esposti ad azioni legali delle multinazionali sementiere che i nuovi OGM li brevettano. In dubbio la sostenibilità del settore biologico. Sono le minacce insite nel processo di deregolamentazione delle TEA che l’UE sta portando avanti (con il plauso dell’Italia, che nel 2024 ha avviato la sperimentazione in campo).
Per correggere il tiro servirebbero regolamentazioni più rigide, etichettatura e tracciabilità obbligatorie, maggior protezione per il settore agricolo e una più attenzione agli impatti socio-economici e ambientali della proposta UE. Proposta che escluderebbe le New Genomic Techniques (NGTs), nome inglese delle TEA, dai controlli di sicurezza ambientale e sanitaria oggi in vigore per tutti gli organismi OGM.
È il cuore dell’appello lanciato l’11 febbraio da più di 200 organizzazioni contadine e biologiche, piccole realtà di selezione delle sementi, associazioni della società civile, della trasformazione e distribuzione alimentare.
Deregolamentazione TEA, quali sono i rischi sottovalutati?
Secondo gli autori dell’appello, la deregolamentazione delle TEA, per com’è impostata adesso, impedisce di verificare eventuali rischi per la salute e la biodiversità. E crea un meccanismo che non può che indebolire la varietà naturale delle specie.
Come? La concentrazione del mercato sulle varietà TEA brevettate ridurrà la diversità genetica disponibile per gli agricoltori. Rendendo le colture più vulnerabili a parassiti e cambiamenti climatici. In pratica, le TEA vengono presentate come soluzione all’impatto dei cambiamenti climatici sulla sicurezza alimentare, ma metteranno ancora più a rischio le colture non modificate aggiungendo pericoli dagli OGM a quelli già esistenti che derivano dal clima.
Altro aspetto critico: le nuove norme favorirebbero le multinazionali, permettendo loro di brevettare le sementi. Così sarebbe limitata la libertà degli agricoltori di conservare e scambiare semi, aumentando i costi e il rischio di azioni legali per violazione dei brevetti.
Con le TEA le grandi aziende, infatti, brevetterebbero tratti genetici già esistenti in natura, privando gli agricoltori del diritto di utilizzare liberamente le sementi. Si andrebbe, potenzialmente, verso un monopolio sulle risorse genetiche che minaccerebbe la sovranità alimentare. Già oggi, 4 grandi aziende controllano il 60% del mercato globale dei semi.
Poi c’è il capitolo della tracciabilità. La proposta di deregolamentazione delle TEA oggi non la prevede. Senza di essa, però, diventaimpossibile garantire prodotti senza OGM. Perché il rischio di contaminazione genetica involontaria c’è, ma non si creano strumenti per monitorarla e contrastarla. Nascerebbe così una minaccia al mercato del biologico e ai consumatori che vogliono evitare gli OGM. Di più: l’appello suggerisce che la coesistenza tra colture OGM e non OGM diventerebbe insostenibile.
“Siamo profondamente preoccupati per i tentativi di raggiungere un accordo in seno al Consiglio e accelerare i negoziati tra il Consiglio e il Parlamento, alla luce dei rischi potenziali dei nuovi OGM per la salute umana e la natura e delle numerose questioni irrisolte sul tavolo”, scrivono le organizzazioni. “Tra queste ci sono i brevetti, l’obbligo di pubblicare i metodi di identificazione e rilevamento, il prezzo delle sementi, la diversità genetica, la coesistenza, gli impatti socioeconomici negativi e il rischio di un ulteriore controllo corporativo della catena alimentare“.
L’appello è accompagnato da una campagna contro i nuovi OGM in Italia, che punta a far approvare da Comuni e Regioni delle delibere in cui si vieta la coltivazione di colture ottenute tramite TEA in assenza di una regolamentazione basata sul principio di precauzione, e quindi con piena tracciabilità, più trasparenza, obbligo di segnalazione di ingredienti TEA in etichetta.