ConfagriBio per la valorizzazione dell’agricoltura biologica
ConfagriBio è la nuova associazione dedicata alla promozione dell’agricoltura biologica nata in seno a Confagricoltura.
A presiedere la neonata associazione è l’imprenditore agricolo Paolo Parisini, che vanta una consolidata esperienza nel settore.
Infatti Parisini fa parte del consiglio direttivo di Confagricoltura Bologna e ne presiede la sezione Agricoltura Biologica in Emilia Romagna. In precedenza ha guidato la Federazione Nazionale di Prodotti Bio.
Perché nasce ConfagriBio?
L’obiettivo di ConfagriBio è contribuire alla tutela, alla promozione e alla valorizzazione delle imprese agricole biologiche, nonché delle filiere nei diversi comparti produttivi.
La visione è molto ben delineata e improntata alla concretezza: «Un’agricoltura perfettamente integrata e in equilibrio con le risorse naturali che coniughi l’adozione di pratiche sostenibili e innovative con la tutela dell’ambiente, della fertilità del suolo, della salvaguardia del paesaggio, della qualità e dell’identità culturale degli alimenti».
Pertanto, ConfagriBio si ripromette di valorizzare e diffondere i principi dell’agricoltura, della zootecnia e dell’acquacoltura biologiche. Nello stesso tempo intende promuovere la ricerca, la sperimentazione e il trasferimento tecnologico.
Particolare attenzione va alla produzione biologica nelle aree interne e nelle aree protette, anche per sostenere lo sviluppo economico, sociale e ambientale di tali aree.
A tale proposito, Parisini dichiara che «ConfagriBio lavorerà alla valorizzazione delle produzioni bio per assicurare un adeguato reddito ai produttori e contribuire allo sviluppo di una produzione biologica che possa rispondere in termini qualitativi e quantitativi alle richieste dei consumatori».
Il rapporto ISMEA fotografa la realtà del biologico
I dati del recente rapporto Bio in cifre 2024 di ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) registrano la crescita delle superfici investite a biologico (+4,5% nel 2023 rispetto al 2022).
Sei Regioni hanno già superato gli obiettivi dell’Unione Europea del 25% di superficie coltivata in regime biologico entro il 2030, con punte di eccellenza in Toscana (37,5%) e Calabria (36,3%).
Tuttavia, il rapporto rileva anche il rallentamento nella crescita di imprese biologiche: solo +1,8% nel 2023 rispetto a +7,7% nel 2022.
Secondo il rapporto ISMEA, nel 2023 i consumi hanno registrato un +5,2% a conferma del trend positivo che era iniziato l’anno precedente.
Nello stesso tempo va rilevato che l’aumento in valore del comparto biologico rimane su livelli inferiori rispetto a quello del totale del paniere agroalimentare, con +8,1%.
È in gioco la tenuta del sistema
La spiegazione può essere dovuta al sovraccarico di oneri per le imprese: «Una PAC non sempre rispondente alle esigenze del settore, un non sempre giustificato inasprimento di vincoli e sanzioni, con effetti negativi sia sulla diffusione del sistema di certificazione del comparto, sia sulla fiducia delle imprese».
Si deve essere consapevoli che per il biologico si gioca una partita importante, come sottolinea Parisi: «In gioco c’è la tenuta del sistema del bio italiano e la sua capacità competitiva, minata anche dal perdurare del fenomeno inflattivo e dai diversi problemi produttivi causati dai cambiamenti climatici».