I cibi in via di estinzione sono numerosi anche in Italia. Tra le cause, non solo il cambiamento climatico ma anche l’abbandono dei territori e lo spopolamento delle aree interne. “I Sigilli di Campagna Amica” è una mappa del tesoro che permette di ritrovare cibi delle tradizioni locali che sembravano scomparsi
Cibi in via di estinzione, le specie salvate in Italia
Quando si parla di cibi in via di estinzione si pensa a quelli più noti, la cui coltivazione è condizionata negativamente dagli effetti del cambiamento climatico, dalla troppa pioggia o dalla siccità.
Cacao, caffè, miele, banane, arachidi sono i cibi considerati attualmente più in pericolo per il surriscaldamento del Pianeta.
I cibi in via di estinzione, le cause
Anche in Italia esistono cibi in via di estinzione, sebbene le cause siano diverse: non sempre hanno a che fare con il cambiamento climatico, molto spesso il problema dipende dall’abbandono dei territori e dallo spopolamento delle aree interne.
Non ultima, la standardizzazione delle produzioni che – a livello internazionale – hanno portato alla scomparsa di tre frutti su quattro.
Per rendersene conto basta andare a fare la spesa in un mercato o in un supermercato: le specie esposte sono sempre le stesse, con un impoverimento che mette a rischio la stessa sicurezza alimentare.
L’Italia è leader europeo della biodiversità, ma questo patrimonio ambientale, culturale ed economico è costantemente a rischio.
La Fondazione Campagna Amica, promossa da Coldiretti nel 2008, realizza iniziative per difendere la biodiversità, promuovere una corretta educazione alimentare, valorizzare i prodotti dell’agricoltura italiana ed esaltare il suo ruolo chiave per la tutela dell’ambiente e del territorio.
Giovani agricoltori, custodi della biodiversità
Il collegamento fra turismo, biodiversità ed eccellenze gastronomiche è il focus del libro I Sigilli di Campagna Amica, arrivato alla terza edizione.
I Sigilli di Campagna Amica valorizzano la biodiversità e si presenta come una mappa del tesoro dei cibi in via di estinzione. Attualmente, le specialità salvate dall’estinzione sono ben 1.650: un risultato che si deve all’impegno di 750 agricoltori.
La nota che ci sembra positiva è che il mantenimento di questi legami con la tradizione suscita l’interesse dei giovani. Infatti, il 56% sono agricoltori under 40, e il 15% di questi agricoltori ha meno di 30 anni. Un quarto è certificato biologico, quasi la metà si trova in comuni parzialmente o totalmente montani.
L’impatto delle produzioni agricole su economia e turismo
La difesa della biodiversità e dei cibi in via di estinzione è il valore aggiunto delle produzioni agricole che ha un impatto importante sull’economia e sul turismo: un baluardo a difesa del valore del cibo contro l’omologazione spinta dalle multinazionali dell’agroalimentare.
I cibi in via di estinzione sono presenti praticamente in tutte le regioni italiane: dal peperone sciuscillone di Teggiano (Salerno) alla pera nobile di Parma, dal fagiolo bianco di Rotonda (Potenza) al farro del pungolo di Acquapendente (Viterbo), dall’arancio Pernambucco (Liguria) al limone Interdonato (Sicilia), dalla cipolla di Certaldo al barattiere della Puglia, dal miele di rododendro (Trentino) alle lenticchie di Castelluccio.
Questo è solo un elenco parziale, ma i cibi in via di estinzione recuperati dagli agricoltori sono molti di più, a testimoniare la ricchezza della nostra biodiversità.