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Cascola delle olive anomala nel Nord Italia, quanto incide il cambiamento climatico?

Negli oliveti del Nord Italia si sta verificando una cascola delle olive anomala. Quello che è un fenomeno fisiologico che avviene ogni anno, se supera una perdita di prodotto del 15-20% è dovuto a squilibri nutrizionali o idrici, ad attacchi di parassiti o a temperature troppo alte. Per gli esperti la causa può essere il cambiamento climatico

Cascola delle olive anomala nel Nord Italia, quanto incide il cambiamento climatico?
Image by Kerstin Herrmann from Pixabay

Cos’è la cascola delle olive?

Dall’inizio di agosto, si sta registrando una cascola delle olive anomala, soprattutto nella varietà Frantoio e in quantità minore nella varietà Grignano negli oliveti del Nord Italia.

La cascola delle olive è un fenomeno fisiologico che gli olivicoltori ben conoscono. Risente di vari fattori e si presenta ogni anno: a cadere sono i frutti non fecondati o poco competitivi.

La maggior parte della cascola si verifica qualche settimana dopo la fioritura, ma può estendersi anche fino all’inizio di agosto.

È considerata fisiologica se la caduta rimane entro il 15% e il 20% della produzione. In caso di una percentuale superiore, è considerata anomala e dovuta a squilibri nutrizionali o idrici, ad attacchi di parassiti o a temperature troppo alte.

Quali sono le cause della cascola delle olive?

La cascola delle olive che si sta verificando quest’anno nel Nord Italia è un fenomeno anomalo.

Ancora una volta, tra le cause di un problema che colpisce l’agricoltura troviamo gli effetti del cambiamento climatico.

Infatti, la cascola aumenta in modo considerevole quando si verificano forti piogge, oppure un periodo prolungato di siccità o anche quando le temperature sono esageratamente elevate.

Questa serie di fattori – sia in combinazione tra loro che isolati – finisce per stressare le piante riducendo la loro capacità di sostenere i frutti.

Questa cascola delle olive anomala che sta colpendo gli oliveti del Nord Italia si verifica a diverse altitudini e in condizioni ambientali diverse, a prescindere dalla presenza di sistemi di irrigazione.

Le piante attivano un meccanismo di autodifesa

Le olive non hanno segni evidenti di attacchi di funghi o insetti, quindi sembrerebbero cadute per cause non patologiche: questo orienta gli esperti ad attribuire la causa alle condizioni climatiche.

Ad esempio, la varietà Frantoio resiste bene alla siccità, ma diventa vulnerabile se i periodi di siccità si combinano anche con temperature particolarmente elevate.

Un eccesso di irraggiamento solare innesca uno stress termico che fa aumentare la temperatura interna della pianta e ne stimola una maggiore traspirazione. Quindi, se fa troppo caldo la pianta perde più acqua di quanta riesce ad assorbirne dal suolo.

La coincidenza di stress idrico e termico fa attivare alla pianta delle “modalità di emergenza” per conservare l’acqua e i nutrienti che la porta a eliminare una parte dei suoi frutti. In questo modo la pianta riesce a conservare le risorse necessarie per sopravvivere alle condizioni climatiche avverse.

Le responsabilità del cambiamento climatico

Nel Nord Italia il clima è generalmente più umido che nel resto del Paese, ma spesso il terreno è più ghiaioso e sabbioso, il che diminuisce la capacità di ritenzione idrica del terreno e quindi la disponibilità idrica per le piante.

Quindi la cascola delle olive potrebbe essere dovuta al meccanismo di autodifesa attivato dalle piante che non ha risparmiato nemmeno la varietà Frantoio in seguito a una combinazione di fattori climatici, agronomici e fisiologici.

Gli esperti non escludono l’aspetto patologico, ma quello climatico sembra prevalente.

Soluzioni per il futuro? Le temperature non accennano a diminuire, serve quindi attuare una gestione agronomica mirata e studiare strategie efficaci per aiutare gli olivicoltori a mantenere qualità e quantità della produzione. In queste condizioni climatiche, le piante si salvano ma il prodotto cala drasticamente.

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