Le richieste degli operatori del biologico
Il biologico gode ottima salute. Questo il dato che emerge dalle valutazioni fatte nel corso dell’assemblea dei produttori biologici e biodinamici organizzata da FederBio, a cui fanno capo 14 associazioni di settore.
Il biologico ha superato i 9 miliardi di euro di vendite
A testimoniare concretamente le buone condizioni del settore sono i dati del mercato. Nell’ultimo anno il fatturato è cresciuto del 4,9% in termini di volume e del 4,5% in termini di valore (dal 2012 al 2023 il fatturato dell’export è raddoppiato) e ha superato i 9 miliardi di euro di vendite.
L’obiettivo di raggiungere il 25% della superficie coltivata in regime biologico è anticipato al 2027.
Nel mercato del biologico, tuttavia, ci sono ancora degli elementi da correggere, secondo gli operatori del settore. La richiesta strategica è quella della semplificazione burocratica affinché il settore possa mantenere una posizione di primo piano mel mercato europeo.
Le richieste degli operatori
Prima di tutto, serve un sistema unico di certificazione – anche affidato a organismi privati – in base al quale si applichino dei piani di controllo standard e dei tariffari uniformi, approvati dall’Autorità competente nazionale di settore e una piattaforma unica di interscambio delle informazioni.
Il settore punta anche al giusto prezzo, che deve essere definito in modo indipendente dal prezzo del mercato convenzionale avvalendosi di una Commissione Unica Nazionale in grado di regolare il mercato.
La definizione del giusto prezzo «permette di produrre cibo sano e pulito, garantisce il reddito degli agricoltori, il rispetto dei diritti dei lavoratori e anche il rispetto della terra», condizione imprescindibile per produrre alimenti di qualità.
Gli operatori ritengono che il marchio biologico italiano sia un altro elemento che di grande importanza per la riconoscibilità di prodotto che si distingue per la sua qualità.
In Cina piace il biologico italiano
Un mercato sicuramente molto promettente per il biologico italiano è quello cinese, come evidenzia una analisi di Nomisma per ITA-BIO: tra i consumatori cinesi cresce l’interesse per il biologico, per quello italiano in particolare, spinti dalla qualità e dalla tracciabilità. Inoltre, è interessato al biologico italiano chi ha visitato l’Italia negli ultimi cinque anni.
Tuttavia, per accedere al mercato cinese è necessario ottenere una certificazione biologica sulla base della legislazione nazionale cinese, rilasciata esclusivamente da enti di certificazione locali.
La propensione all’acquisto di cibi biologici è motivata da una crescente attenzione alla salute. Il consumatore cinese tipo è un millennial con figli, che fa acquisti online, ha un reddito elevato e un alto livello di istruzione.
Il biologico può trainare il convenzionale verso pratiche sostenibili
Come riconosce Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, «è un momento cruciale per il nostro sistema agricolo e alimentare. L’obiettivo del 25% di superficie agricola biologica è vicino e, considerando il primato che l’Italia detiene nel settore, rappresenta un’opportunità».
Infatti, dedicare le aree agricole alla coltivazione biologica può essere una occasione per valorizzare le aree interne, e attrarre i giovani e le donne, che si dedicano preferibilmente a pratiche innovative e sostenibili.
Il biologico può trainare anche l’agricoltura convenzionale verso pratiche più sostenibili e in linea con la transizione ecologica.
Infine, non si deve trascurare il ruolo dell’agricoltura biologica nella difesa del suolo e come strategia di risposta alle sfide ambientali.