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Biologico, crescono le importazioni dai Paesi extra-UE

Nell’ultimo anno le importazioni di cibo biologico dai Paesi extra-UE sono cresciute a ritmo vertiginoso, registrando in media un +40%. L’Italia, leader europeo del biologico, teme che questa invasione del mercato da parte di prodotti a basso costo (e bassa qualità) farà scendere la domanda degli analoghi prodotti italiani

Biologico, crescono le importazioni dai Paesi extra-UE
Immagine di freepik

Biologico, l’Italia è ancora leader in Europa?

Anche nel caso delle importazioni di cibo biologico si riaffaccia il problema delle etichette, dove ancora manca una voce chiara e ben visibile che indichi l’origine del prodotto.

Per i produttori italiani il problema è particolarmente sentito, dal momento che nel 2023 le importazioni di cibo biologico sono cresciute del 40%: una tendenza che è avvertita come una vera e propria minaccia alla leadership del bio italiano, apprezzato per qualità e sicurezza.

Importazioni di cibo biologico +40% nel 2023

A lanciare l’allarme è stata Coldiretti Bio, l’Associazione delle imprese biologiche e biodinamiche che fanno capo a Coldiretti, in seguito alla diffusione dei dati ISMEA sull’agricoltura biologica.

I dati evidenziano la crescita del 4,5% della superficie coltivata a biologico, ovvero in Italia 2,46 milioni di ettari sono dedicati a questo tipo di coltivazione. Un’estensione che assegna all’Italia la leadership del biologico in Europa.

Le cifre dell’ultimo rapporto della Commissione Europea parlano chiaro: le importazioni di cibo biologico dai paesi extra-UE sono passati da 177 milioni di chili nel 2022 a 248 milioni di chili nel 2023. Al contrario, quelle totali dell’Unione Europea sono diminuite del 9%.

Pertanto, fra i maggiori importatori l’Italia segue Olanda, Germania e Belgio e precede la Francia.

Le possibili conseguenze

Le conseguenze di questo trend che colloca l’Italia tra gli importatori anziché tra i produttori possono essere pesanti. La disponibilità di prodotti esteri a basso costo farà scendere la domanda di analoghi prodotti italiani; inoltre, potrebbe determinare uno stop alla crescita dei terreni coltivati in regime biologico perché non sarebbero più convenienti.

Va considerato anche il grande impegno dedicato da 84mila imprese agricole italiane per raggiungere la percentuale di quasi un terreno su cinque coltivato con in biologico: sei Regioni hanno perfino superato l’obiettivo del 25% della superficie totale indicata dall’UE.

Come valorizzare il biologico italiano

I cereali sono il prodotto che ha registrato il maggiore aumento in assoluto. In un anno le importazioni di grano biologico sono aumentate di oltre trenta volte, da 1,5 milioni di chili a quasi 32 milioni di chili.

Le importazioni di ortaggi sono salite vertiginosamente (+84%), ma anche l’olio d’oliva (+15%) pone l’Italia tra i principali paesi importatori, infatti, nel 2023 sono entrati 24 milioni di chili di olio d’oliva, ovvero più della metà del totale importato in tutta l’UE.

Per valorizzare il prodotto biologico italiano bisogna «favorire la creazione di filiere interamente Made in Italy, dal campo fino alla tavola e rendere operativo il marchio del biologico italiano, previsto dalla legge 23/2022, affinché le produzioni biologiche nazionali garantite e certificate siano pienamente riconoscibili dalle etichette», spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Bio.

Inoltre, è indispensabile che l’UE renda operativo al più presto il «principio di conformità rispetto alle importazioni, ovvero stesse regole per il bio comunitario e quello dei Paesi terzi, poiché non è possibile accettare che entrino in Italia cibi coltivati secondo regole non consentite nell’UE».

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