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Agricoltura green per la salute degli ecosistemi

Le tecniche di agricoltura green rispettano gli ecosistemi e la biodiversità, sono in grado di sopportare meglio l’impatto dei cambiamenti climatici e fanno aumentare la produttività dei terreni. Ma per realizzare questo cambiamento ci sono alcuni ostacoli da superare

Agricoltura green per la salute degli ecosistemi
Foto di Emiel Molenaar su Unsplash

Ecosistemi sani e agricoltura sostenibile

Gli ecosistemi agricoli che rispettano la biodiversità sono un importante tassello per la costruzione di un’agricoltura resiliente e sostenibile.

Il nuovo studio dell’EEA (European Environment Agency) Solutions for restoring Europe’s agricultural ecosystems porta esempi di tecniche di coltivazione rispettose dell’ambiente e utili a ripristinare gli ecosistemi. L’agricoltura rispettosa dell’ambiente sopporta meglio l’impatto dei cambiamenti climatici e fa aumentare la produttività dei terreni.

Le pratiche green fanno bene all’agricoltura e agli ecosistemi

Secondo lo studio dell’EEA, l’introduzione di pratiche agricole green avvantaggia gli agricoltori e gli ecosistemi locali aumentandone il livello di resilienza. Inoltre, ridurre la pressione sulla biodiversità gestendo suolo e acqua in modo sostenibile è utile alla sopravvivenza delle specie e alla conservazione del loro habitat.

La funzione primaria dell’agricoltura è quella di nutrire le persone. Tuttavia esiste una differenza tra i sistemi agricoli: quelli sostenibili mantengono anche la salute dell’ecosistema e contribuiscono al benessere sociale. Allo stesso tempo, l’agricoltura ha un impatto ambientale elevato e impone un ripensamento di sistema.

Gli ecosistemi degradati non riescono più a sostenere la produzione agricola (infatti in Europa è diminuita) e l’intensificazione della produzione agricola ha portato alla perdita di biodiversità.

Sostenere le pratiche rispettose della biodiversità

I piani strategici dell’Unione Europea includono misure a sostegno di pratiche rispettose della biodiversità. Arrestare e invertire la perdita di biodiversità, migliorare i servizi ecosistemici e preservare gli habitat e i paesaggi sono alcuni degli obiettivi della PAC (Politica Agricola Comunitaria), ma non basta.

Per attuare pratiche rispettose degli ecosistemi bisogna superare una serie di ostacoli. Ad esempio, la necessità di modificare i modelli di business, la pianificazione e la gestione aziendale, l’accesso a nuove catene di approvvigionamento o la bassa redditività.

Altri freni vengono dalla scarsa consapevolezza dei benefici per gli agricoltori e per la natura, nonché dall’incertezza sui futuri sviluppi delle politiche.

Inoltre, esistono ostacoli specifici: i contratti di affitto a breve termine dei terreni agricoli ostacolano la pianificazione di impegni a lungo termine.

Pertanto, i piccoli e medi agricoltori hanno bisogno di finanziamenti adeguati per intraprendere azioni di ripristino degli ecosistemi.

In sintesi, quello che emerge dallo studio dell’EEA è che è finito il tempo del business as usual: bisogna ripensare la relazione tra natura, salute dell’uomo e salute del Pianeta.

Gli obiettivi della PAC per il ripristino degli ecosistemi

La PAC per il periodo 2023-2027, che rappresenta quasi un terzo del bilancio dell’UE (386,6 miliardi di euro), è la politica pubblica con il maggiore impatto sul settore agricolo comunitario. Contribuire ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità, a migliorare i servizi ecosistemici e a preservare gli habitat e i paesaggi è uno degli obiettivi chiave della PAC.

È necessaria una strategia chiara per ripristinare con successo la natura sui terreni agricoli, mantenendo al contempo una produzione agricola in grado di garantire la sicurezza alimentare. Inoltre, le pratiche agricole che favoriscono la biodiversità, la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’adattamento e la riduzione dell’inquinamento, devono essere adattate alle condizioni socio-ecologiche locali o regionali.

3 approcci per la salute degli ecosistemi

Lo studio dell’EEA evidenzia tre approcci per conservare e ripristinare gli agroecosistemi:

  • ridurre le pressioni sulla biodiversità e gestire il suolo e l’acqua in modo sostenibile;
  • ricreare paesaggi agricoli multifunzionali e ricchi di biodiversità, compresi habitat seminaturali e caratteristiche del paesaggio come linee di alberi, siepi e margini erbosi;
  • mantenere o ripristinare gli habitat seminaturali (cfr. la direttiva UE Habitat).

Secondo l’EEA i sistemi integrati come l’agroecologia possono rendere la produzione alimentare più resiliente e sostenibile e aumentarne l’efficienza, tanto che la superficie coltivata a biologico è aumentata. A tal fine sono stati incrementati i fondi per la ricerca sull’agricoltura biologica e l’agroecologia.

Ma allora è tutto assolutamente perfetto? Evidentemente no, con l’agroecologia c’è una diminuzione della resa che il miglioramento dei servizi ecosistemici e della salute del suolo possono compensare, almeno in parte.

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