AgriCat, per ora i ristori restano sulla carta
AgriCat, strumento previsto dal Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027, è diventato il simbolo delle promesse non mantenute. Infatti gli agricoltori che hanno subito ingenti danni in seguito all’alluvione del maggio 2023 non hanno ancora avuto i ristori che erano stati promessi “a caldo”, nonostante avessero presentato denuncia da sinistro tramite i Centri di assistenza agricola abilitati.
Cos’è AgriCat?
Istituito con la Legge n. 234 del 30 dicembre 2021, AgriCat è il Fondo Mutualistico Nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole voluto dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste per erogare le indennità agli agricoltori che hanno subito danni alle coltivazioni a causa di eventi catastrofali da alluvione, gelo o brina, siccità.
Va da sé che nel continuo susseguirsi di eventi meteo sempre più estremi, la copertura dei danni catastrofali è sempre più richiesta. In effetti, il settore dell’agricoltura è tra i più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico.
La dotazione finanziaria del Fondo è di circa 350 milioni di euro l’anno: il 30% a valore su FEAGA (il Fondo europeo agricolo di garanzia che finanzia i pagamenti diretti agli agricoltori nell’ambito della PAC), il 70% a valore su FEASR (il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale per l’incentivazione delle attività e delle aree rurali).
Il rigetto delle richieste di ristori
AgriCat ha dichiarato in una nota che a settembre avrebbe effettuato i primi pagamenti ai 542 produttori per i danni da alluvioni; dal 2 ottobre seguiranno gli altri pagamenti.
Nella medesima nota, AgriCat precisa che dagli approfondimenti effettuati, sono emerse palesi incongruenze sulle richieste di ristori (oltre 19mila) presentate ad AgriCat.
Confagricoltura e CIA-Agricoltori Italiani sono le prime associazioni ad aver denunciato il rigetto totale o parziale delle circa 12mila richieste di indennizzo inviate dagli agricoltori.
Complessivamente, potrebbe essere bocciata una percentuale variabile tra l’80% e il 90% delle richieste di indennizzo. Quelle accolte, hanno ricevuto pochi euro rispetto alle decine di migliaia richieste.
Grande sbalordimento in Emilia-Romagna, dove nel 2023 le gelate a marzo-aprile (distrutto il 90% dei raccolti di frutta) e l’alluvione a maggio hanno danneggiato gravemente oltre 30mila ettari di coltivazioni. Eppure, a fronte di questi numeri, AgriCat ha rigettato finora l’80% delle 5mila domande di ristori.
Una situazione inaccettabile per Coldiretti, considerato che AgriCat è nato proprio per sostenere gli agricoltori colpiti da eventi catastrofali.
Inoltre, i ristori sarebbero dovuti arrivare tra marzo e aprile 2024, ma non se ne ha notizia.
Uno strumento reso inefficace dalla burocrazia
Come dichiarano i vertici di Confagricoltura di Forlì-Cesena e Rimini, non si sono ancora visti nemmeno i ristori del 2022: forse, prima di smantellare la vecchia piattaforma bisognava avere un piano alternativo per la gestione del rischio.
È purtroppo evidente quanto sia necessario difendere le produzioni agricole che il cambiamento climatico colpisce con sempre maggiore violenza.
La critica di CIA è molto dura. AgriCat doveva essere uno strumento efficace, mentre una burocrazia lenta e male organizzata blocca i ristori alle imprese agricole danneggiate; doveva integrare le polizze assicurative, invece ne è totalmente scollegato; strumenti informatici e procedure inadeguate creano danni enormi e scaricano strumentalmente le colpe sui Centri di assistenza agricola.
Difficile avere chiarimenti e presentare ricorso
Dal 22 agosto hanno cominciato ad arrivare le PEC dove si afferma che è stata rigettata la richiesta di ristori, ma i chiarimenti non sono accessibili sull’area personale di My AgriCat dove, tra l’altro, bisogna presentare “l’istanza di riesame”.
Sarà impossibile presentare i ricorsi dal 23 settembre al 2 ottobre, come indicato nella PEC: troppe domande rifiutate o parzialmente accolte e poca chiarezza e trasparenza sulle motivazioni.
Trascorso il termine del 2 ottobre, si legge nella PEC di AgriCat, «senza che siano pervenute alla scrivente le richiamate osservazioni, il procedimento si intenderà definitivo senza alcuna ulteriore comunicazione con il definitivo rigetto della richiesta di intervento del Fondo e della domanda da Lei presentata, di cui alla presente comunicazione».
Perciò gli agricoltori chiedono confronti diretti con le parti in causa e l’effettuazione di rilievi tecnici.
Convocato un tavolo tecnico
Per trovare una indispensabile soluzione, è stato convocatoun tavolo tecnico tra i vertici di AgriCat e i Coordinamenti nazionali dei Centri di assistenza agricola.
Secondo Confagricoltura, «ha consentito di esaminare le criticità e, in relazione alle esigenze, di annunciare un provvedimento di sospensione delle comunicazioni inviate agli agricoltori colpiti dall’alluvione e dalle gelate tardive della primavera 2023».
Ha dichiarato Nicola Gherardi, componente della Giunta di Confagricoltura, che ha partecipato alla riunione: «Prendiamo atto delle intenzioni di affrontare la situazione, che è drammatica per numerosissime aziende che attendono ancora i risarcimenti o che finora sono state totalmente escluse dai rimborsi.
Agricat è uno strumento con grandi potenzialità, ma bisogna rivedere i meccanismi relativi ai dati e alle valutazioni di intervento. C’è assoluta necessità di trovare soluzioni rapide per i territori colpiti: gli agricoltori non possono aspettare oltre».
Non si può che auspicare che il confronto tra le istituzioni e le parti interessate porti a una soluzione chiara di cui gli agricoltori hanno un disperato bisogno.