di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – La pandemia è considerata al momento l’emergenza primaria e quella economica è socialmente distruttiva (le stime del Fondo Monetario Internazionali sono preoccupanti), ma quella climatica è tutt’altro che secondaria: ad essa sono legate altre minacce per il nostro futuro, a cominciare da una crisi dell’agricoltura. L’allarme degli scienziati è molto chiaro, una crisi ambientale globale avrà un impatto grave sui sistemi agroalimentari mondiali.
La nota positiva è che negli ultimi quarant’anni la produzione alimentare mondiale è triplicata, tuttavia si impone la necessità di cambiare i sistemi di produzione agroalimentare per non subire conseguenze peggiori di quelle che stiamo vivendo oggi.
Rispetto agli anni Settanta molti animali sono in via di estinzione, due specie di piante su cinque rischiano di scomparire e l’abbattimento delle foreste avanza a velocità impressionante: è come se venissero distrutti trenta campi da calcio ogni minuto, senza pensare che le foreste hanno un’importante funzione nel regolare il clima e i sistemi idrici. Distruggerle significa minare la sussistenza di un miliardo di persone.
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La distruzione delle foreste è causata anche dall’agricoltura. Più della metà dei terreni agricoli sono degradati a causa dell’uso eccessivo di fitofarmaci e di coltivazioni intensive, pratiche che porteranno alla diminuzione dei raccolti che colpirà in modo particolare le piccole aziende agricole. A questo si aggiunge il susseguirsi sempre più frequente di eventi meteorologici estremi che causa desertificazione e diminuisce ulteriormente la resa dei terreni agricoli. Come rileva l’Ifad (International Fund for Agricultural Development), ci sono zone del mondo – come l’Africa – dove la situazione dell’agricoltura era già grave prima della pandemia, e adesso sono destinate a patire perdite ancora più elevate.
Proprio sul rapporto inscindibile tra salute umana e salute del Pianeta il Covid-19 ci impone di riflettere. Con la perdita di biodiversità e il mancato rispetto dell’ambiente gli scienziati stimano che sempre più malattie avverranno a causa del salto di specie: negli ultimi dieci anni, tre malattie nuove o emergenti su quattro che hanno contagiato le persone sono zoonotiche (ovvero trasmesse dagli animali all’uomo). Possiamo quindi dedurre quanto sia importante un uso sostenibile del suolo a partire dall’agricoltura.
2021, un anno importante
Ripristinare le foreste e le zone umide, ad esempio, è utile per mitigare la crisi climatica, assorbire CO2 e ridurre il rischio di inondazioni, erosione e smottamenti causati da piogge eccezionali. Educare e aiutare i piccoli agricoltori a un uso sostenibile del suolo è un passo importante del cambiamento, ma sono i governi che devono intensificare i loro sforzi: attualmente solo una minima parte della finanza globale in ambito climatico è investita nella protezione del suolo. La vera svolta sarà erogare incentivi a chi si impegna per la sostenibilità e toglierli a chi attua pratiche non sostenibili.
Nell’ultima Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2020 leader mondiali in rappresentanza di governi, imprese, istituzioni hanno firmato un impegno per il recupero della biodiversità. Nel 2021 sono in programma l’assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente, la conferenza Onu sugli oceani, le Conferenze sul cambiamento climatico (Cop 26), sulla biodiversità (Cop 15) e sulla desertificazione (Cop 15). Sono previsti anche il congresso dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il summit delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari e inizia il decennio dell’Onu per il ripristino dell’ecosistema. Un anno denso di attività, che ci auguriamo porti a risultati concreti per la sostenibilità in agricoltura e la protezione dell’ambiente.