Tre pilastri e 23 azioni per promuovere l’agricoltura biologica
(Rinnovabili.it) – Entro il 2030, un quarto dei terreni europei sarà destinato all’agricoltura biologica. Tre volte tanto la superficie attuale, che si ferma all’8,5%, poco meno di 14 milioni di ettari. E’ l’obiettivo principale del nuovo piano d’azione sull’agricoltura biologica presentato il 25 marzo dalla Commissione. Il documento contiene 23 azioni specifiche organizzate sotto tre capitoli e si inserisce nel solco della strategia Farm to Fork del Green Deal e nel piano per la tutela della biodiversità al 2030.
Con il piano l’UE vuole “incoraggiare un notevole aumento della quota di agricoltura biologica nell’UE, incoraggiando gli agricoltori a convertirsi all’agricoltura biologica e ad espandere l’accessibilità del cibo biologico per colmare il divario tra una curva di crescita normale e lo “sforzo supplementare” necessario per raggiungere un obiettivo del 25% entro il 2030″.
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Una scelta, spiega il commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, che si basa sui vantaggi per l’ambiente e la salute umana del biologico rispetto ad altri metodi di coltivazione che usano prodotti chimici. Le aree coltivate con metodi biologici hanno il 30% in più di biodiversità, i redditi degli agricoltori sono più alti e hanno anche più resilienza, mentre sul fronte allevamento gli animali hanno un livello di benessere maggiore e c’è un uso ridotto di antibiotici.
Il piano d’azione UE si deve poi declinare a livello nazionale. “Poiché l’entità della produzione e del consumo biologici differisce in modo significativo tra gli Stati membri – la quota di terreni agricoli nell’ambito dell’agricoltura biologica varia da un minimo dello 0,5% a un massimo di oltre il 25% – è fondamentale che ogni Stato membro sviluppi non appena possibile la propria strategia nazionale sull’agricoltura biologica, basandolo su un’analisi completa del settore e presentando relative azioni, incentivi, scadenze chiare e obiettivi nazionali”, si legge nel piano di Bruxelles.
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Tra le misure studiate dalla Commissione per stimolare la diffusione dell’agricoltura biologica ci sono, ad esempio, l’introduzione su scala più vasta di alimenti biologici nelle mense scolastiche e dell’amministrazione pubblica. Ancora una volta, l’UE fa perno sul ‘potere d’acquisto’ del pubblico per garantire uno stimolo iniziale forte e sicuro, con cui tranquillizzare il mercato e imprimergli la svolta desiderata. Ma c’è anche molto investimento nella ricerca, necessario per adattare l’agricoltura biologica alle sfide del cambiamento climatico: il 30% del budget R&I del settore sarà vincolato al biologico.