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Acqua, la siccità mette a rischio le produzioni agricole

La siccità è un problema europeo. Si prevede che il 2023 sarà più caldo e più asciutto dello scorso anno. L’agricoltura è in sofferenza per la mancanza di acqua, per questo il settore chiede al Governo interventi urgenti a sostegno di un settore fondamentale per l’economia italiana e per assicurare alle persone cibo di qualità

Image by Luis Iranzo Navarro-Olivares from Pixabay

La siccità non colpisce solo l’Italia, dove pure 300mila imprese si trovano in emergenza. La scarsità di acqua si estende a vari paesi europei: Francia, Spagna, Germania, Grecia e Turchia.

Immagini eloquenti

La mappa europea del programma Copernicus mostra con chiarezza la situazione dei suoli. È evidente che c’è scarsa umidità in molte parti dell’Europa, in particolare in quella meridionale.

Del resto le immagini dei letti asciutti dei fiumi dove in inverno addirittura si riesce a passeggiare sono più eloquenti di qualunque studio anche agli occhi di chi non sa niente di clima e di siccità.

La scarsa umidità dei suoli ha ripercussioni che influiscono sull’ambiente, sull’agricoltura e sugli usi civili.

In alcune regioni del nord Italia si sta già pensando all’opportunità di razionare l’acqua, visto che tutto fa pensare che l’estate del 2023 sarà peggiore di quella dello scorso anno.

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La siccità riguarda l’Europa

In Germania le acque del Reno sono così basse che le navi commerciali che lo percorrono devono viaggiare con carichi ridotti. In Spagna già sono state adottate misure per ridurre le innaffiature dei parchi, con la mancanza di pioggia ci sono poche ghiande per alimentare i maiali con cui si fa il celebre Pata Negra ed è in crisi l’esportazione di prodotti ortofrutticoli. Le aziende che fabbricano i profumi in Francia sono in crisi per la produzione dei fiori.

La situazione in Italia è altrettanto seria. Quello che preoccupa di più è l’andamento dell’agricoltura, come rileva Coldiretti. Molte aree del centro-nord sono già in crisi idrica, con il Po è in secca: al Ponte della Becca (Pavia) è 3,2 metri sotto allo zero idrometrico.

Proprio nel bacino della Pianura Padana si coltiva e si produce quasi un terzo dell’agroalimentare italiano, e in questa zona si trova circa la metà degli allevamenti zootecnici italiani.

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Manca l’acqua e cala la produzione di miele

A causa della siccità la produzione di miele è in calo del 23%. Secondo l’Osservatorio Nazionale Miele, la produzione del 2022 è leggermente migliorata rispetto all’anno nero precedente, ma rimane molto lontana dai 30 milioni di chili raggiunti nel 2010.

Vale la pena di ricordare che l’Italia è un campione di biodiversità: qui si producono più di 60 varietà di mieli diversi. Tuttavia il cambiamento climatico mette il settore in difficoltà a tal punto che si rende necessario importare miele dall’estero, di qualità sicuramente inferiore.

Come riconoscere il miele italiano? Basta leggere l’etichetta, spiega Coldiretti. Se il miele è interamente italiano è specificato con la definizione “miele italiano”; se viene da paesi UE è indicato “miscela di mieli originari della UE” e specificato il nome dei paesi. Nel caso di paesi extracomunitari si legge “miscela di mieli non originari della UE” con il nome dei paesi. Infine, se si tratta di un mix, deve essere indicato “miscela di mieli originari e non originari della UE”, con il nome dei paesi.

La siccità non è un problema temporaneo

Se gli agricoltori, con impegno e investimenti in innovazione sviluppano sistemi di coltivazione a basso impatto non si può pensare che il problema acqua si risolva così. Dopo anni di allarmi da parte degli agricoltori, finalmente il Governo si sta interessando della crisi idrica ed ha istituito una Cabina di regia.

Ogni anno si perde in Italia l’89% dell’acqua piovana. Coldiretti e ANBI hanno elaborato un progetto per realizzare una rete di piccoli invasi senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura.

Anche Confagricoltura chiede un piano acque organico per realizzare le necessarie opere infrastrutturali dove raccogliere e stoccare le precipitazioni atmosferiche.

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«Non bisogna sprecare neanche una goccia d’acqua. Per questo motivo occorre anche sbloccare e incentivare il riutilizzo a fini irrigui delle acque reflue depurate, una priorità non più procrastinabile».

A tal fine, Confagricoltura propone di rinnovare le infrastrutture esistenti e insiste sull’importanza della manutenzione della rete distributiva che registra perdite altissime e degli invasi esistenti.

La mancanza di acqua pesa sulle imprese agricole, per le quali Confagricoltura chiede aiuti nazionali e regionali per sostenere i maggiori costi irrigui e un risarcimento danni da rivedere anche con le società assicurative: la siccità, infatti, compromette i raccolti.

Inoltre, Confagricoltura ritiene che si potrebbe chiedere alla Commissione Europea di estendere al 2023 le deroghe accordate nel 2022 sull’uso non produttivo dei terreni e sulla rotazione annuale obbligatoria dei seminativi.