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L’ombudsman tira le orecchie a Bruxelles per l’accordo UE-Mercosur

Accordo UE-Mercosur: Bruxelles doveva aspettare la valutazione d’impatto
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L’UE ha firmato l’accordo UE-Mercosur prima di avere l’esito della valutazione d’impatto sulla sostenibilità

(Rinnovabili.it) – Bruxelles doveva tenere la penna nel taschino e ordinare una nuova valutazione d’impatto sulla sostenibilità, invece di firmare in fretta e furia l’accordo UE-Mercosur. A maggior ragione perché questo è l’unico caso in cui l’Unione Europea ha prima fatto partire lo studio, e poi ha deciso che poteva ignorarne le conclusioni prima ancora di leggerle.

 Lo sostiene il Mediatore europeo (Ombudsman) Emily O’Reilly, che in una reprimenda risponde alla richiesta di 5 Ong che avevano portato il caso alla sua attenzione. L’Ombudsman non ha però il potere di prendere decisioni vincolanti: tutt’al più, può formulare delle raccomandazioni. Nella pratica, dunque, la sua posizione potrebbe anche venir ignorata dai Ventisette.

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“L’UE proietta i suoi valori attraverso i suoi accordi commerciali. La conclusione di un accordo commerciale prima che il suo potenziale impatto sia stato completamente valutato rischia di minare quei valori e la capacità del pubblico di discutere i meriti dell’accordo. Rischia inoltre di indebolire la capacità dei parlamenti europei e nazionali di discutere in modo esauriente l’accordo commerciale “, ha affermato O’Reilly.

Bruxelles aveva richiesto una valutazione d’impatto sulla sostenibilità per la prima volta nel 2009 nell’ambito dei negoziati per l’accordo UE-Mercosur, che erano partiti esattamente 10 anni prima. Quella valutazione aveva portato a un documento finale, poi superato dai negoziati stessi che nel frattempo avevano cambiato le carte in tavola. Da qui la decisione di richiedere una seconda valutazione, nel 2017. Ma a giugno 2019, prima di riceverne l’esito, Bruxelles ha firmato l’accordo.

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L’accordo commerciale UE-Mercosur prevede di allentare le restrizioni al commercio tra l’Europa e i 4 paesi sudamericani dell’area Mercosur , cioè Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay. I negoziati sono a un punto morto dall’autunno scorso, quando una pattuglia di paesi UE guidata dalla Francia ha incrociato le braccia. Il motivo, ufficialmente il timore che l’accordo favorisca la deforestazione dell’Amazzonia.

Il dialogo non si è interrotto ma finora i 4 paesi Mercosur hanno rifiutato di inserire nel testo dell’accordo delle garanzie su ambiente e clima. La scorsa settimana è nata una coalizione globale che raccoglie più di 450 associazioni della società civile e si batte contro l’accordo perché sarebbe dannoso per il clima, per la biodiversità, e perché ripropone un modello economico estrattivo che favorisce lo sfruttamento.  

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