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Tares: Legambiente lancia la petizione “chi inquina paga”

L’associazione chiede al Governo di rivedere la tassazione dei rifiuti a carico di famiglie e aziende affinché sia più equa e premi i comportamenti virtuosi

Tares: Legambiente lancia la petizione “chi inquina paga”(Rinnovabili.it) – “Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare”: lo slogan fa da titolo alla nuova petizione popolare promossa da Legambiente nell’ambito della sua campagna Italia rifiuti free. L’associazione ha fatto partire on line oggi la raccolta firme per chiedere  al governo di rivedere di rivedere la nuova tassa sui rifiuti. “La Tares – scrive Legambiente – rischia invece di aggravare ulteriormente il peso fiscale sugli italiani. È un’ingiustizia”.

Il tributo secondo l’Associazione, dovrebbe rispettare il principio europeo chi inquina paga, eseguendo il calcolo tariffario sull’effettiva produzione di rifiuti indifferenziati. In altre parole questo significherebbe che i cittadini più virtuosi e dunque più attenti alla buona raccolta differenziata, avrebbero la possibilità di pagare meno. Una decisione del genere aiuterebbe ad accelerare l’evoluzione intrapresa dal settore. Ad oggi, infatti, sono oltre 1300 i Comuni italiani che superano l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata; e le migliori esperienze di capoluoghi sul riciclaggio sono ormai al Sud come dimostra Andria in Puglia al 70% per i suoi 100mila abitanti.

Inoltre si stanno lentamente affermando imprese che riciclano rifiuti una volta considerati non riciclabili: “è il caso del rifiuto urbano residuo nelle cosiddette fabbriche dei materiali, delle plastiche miste riciclate ad esempio dalla Revet toscana o degli impianti per recuperare materia dai pannolini usa e getta”. Non mancano ovviamente i (tanti) problemi irrisolti che sembrano rendere il nostro paese ancora troppo dipendente dalla discarica. “Oggi – conclude la petizione – è possibile affrontare in concreto la sfida della riduzione, come è riuscita a fare ad esempio la Germania, utilizzando una equa leva economica, introducendo un criterio di giustizia e sostenibilità ambientale e alleggerendo la pressione fiscale sui più virtuosi”.