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Eco-innovazione: ecco perché la strategia UE funziona

L'investimento dei fondi dedicati all’eco-innovazione mostra un ritorno 20 volte superiore. Ogni progetto sostenuto ha generato ben 8 nuovi posti a tempo pieno indeterminato

Eco-innovazione: ecco perché la strategia UE funziona(Rinnovabili.it) – Gli investimenti nelle piccole e medie imprese che operano nel settore delle tecnologie ambientali particolarmente innovative stanno producendo rendimenti superiori alla media, creando nuovi posti di lavoro mentre alleggeriscono l’impatto dello sviluppo industriale. E’ questa la conclusione dell’ultimo rapporto redatto dall’Unione Europea e dedicato ai risultati dei due anni del programma comunitario Competitività ed Innovazione (CIP). La relazione mostra dati impressionanti: l’investimento dei fondi dedicati all’eco-innovazione vanta un ritorno 20 volte superiore. In altre parole ogni euro investito ha portato al guadagno di 20 euro. Inoltre ogni progetto sostenuto ha generato ben  8 nuovi posti a tempo pieno indeterminato.

 

“Il nuovo studio- ha dichiarato Commissario europeo per l’Ambiente Janez Potočnik dimostra che i buoni affari, la creazione di posti di lavoro e la protezione dell’ambiente possono andare insieme e generare benefici diffusi. Ciò suggerisce che l’Europa possiede già una forte nicchia nel green business, tale da favorire la competitività, l’uso efficiente delle risorse e la crescita sostenibile”.

 

I fondi del Bando europeo si concentrano su cinque settori principali: riciclaggio dei materiali, acqua, prodotti per l’edilizia sostenibile, green business, il settore alimentare e delle bevande. Oltre 240 progetti finanziati dal regime di eco-innovazione sono attualmente stati attivati all’interno del territorio comunitario e l’analisi delle performance rivela anche notevoli benefici “verdi”, come nel caso del risparmio idrico (170 milioni di m3), equivalente al consumo annuale di acqua di una città europea di 350.000 persone o della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (11,6 milioni di tonnellate), pari quelle prodotte dall’uso di energia elettrica l’anno in 1,7 milioni di case europee.

 

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