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Natalizia: Il futuro del fotovoltaico? Autoconsumo ed efficienza

Mentre siamo in attesa, entro due anni, della grid parity italiana dobbiamo immaginare il fotovoltaico come una componente di sistemi più complessi per la gestione energetica degli edifici e delle nostre future città. Ecco delle proposte concrete.

Natalizia: Il futuro del fotovoltaico? Autoconsumo ed efficienzaIl settore del fotovoltaico italiano sta vivendo un periodo, com’è noto, di grande trasformazione. Si sta per concludere la stagione degli incentivi e ancora non sono chiare le posizioni governative sul futuro di questa tecnologia, ritenuta all’unisono basilare nel percorso della sostenibilità del pianeta. Si parla di tempi maturi per il raggiungimento della grid parity o di gemellaggio, quasi indissolubile, con il mondo dell’efficienza energetica. Abbiamo raccolto, a riguardo, il parere di Valerio Natalizia, uno dei personaggi di maggior rilievo del settore non solo perché è presidente del GIFI, ma anche perché è alla guida dell’azienda leader nella realizzazione di inverter.

 

 

Mauro Spagnolo: La SMA è leader mondiale incontrastato del settore degli inverter per impianti FV e quest’anno ha vinto il primo premio del Great Place to Work Institute nella categoria “datore di lavoro”. Qual è la ricetta magica dietro questa cultura aziendale vincente?

 

Valerio Natalizia: Ritengo che il segreto di SMA Internazionale, che poi si è replicato nelle singole filiali nazionali, è di porre la persona, intesa come dipendente e cliente allo stesso tempo, al centro della nostra attività. Questo è uno dei motivi per i quali mi son trovato particolarmente bene fin dall’inizio nel 2005, quando è nata la filiale italiana di SMA. In pratica significa dar la possibilità a tutti i dipendenti, a prescindere dal ruolo ricoperto, di partecipare costruttivamente alle decisioni aziendali, non in forma anarchica ma in forma di compartecipazione. Tutto questo unitamente ad una serie di potenzialità direi originali come ad esempio la suddivisione di parte degli utili: se le cose vanno bene è giusto che ci sia una condivisione di questi benefici a tutti i livelli, a partire dal magazziniere fino ad arrivare al CEO.

 

MS: Parliamo quindi di una vera “filosofia aziendale”….

 

VN: Esattamente. Pensi che spesso, per risolvere problemi aziendali, vengono costituiti team “trasversali” composti non solo da direttori di Business Units, ma anche da persone di livello operativo e con ruoli tra i più diversi.  Questi modelli di lavoro sono molto efficaci proprio perché diversificati e danno la possibilità di risolvere problemi più in fretta ed in modo più completo.

 

MS: Come rispondono i vostri dipendenti a questo approccio di lavoro?

 

VN: Direi molto bene. Anche perché questa mentalità viene evidenziata fin dall’inizio, quando si cerca del personale da assumere. Pensi che SMA Italia è passata da 1 dipendente nel 2005, che ero io, ai più di 60 attuali, ed ogni volta la scelta è stata particolarmente difficile in quanto si cercano non solo le competenze tecniche, ma anche una condivisione al nostro approccio di lavoro. Ad esempio nell’ambito commerciale non vogliamo che ci sia competizione tra i nostri operatori, ma collaborazione. Non vogliamo, come succede spesso in altre aziende, che ci siano tra reparto tecnico e commerciale le solite piccole “competizioni”.

Il risultato di tutto ciò è un formidabile spirito di gruppo e persone che lavorano moltissimo, anche di notte, più di quello che l’Azienda richiede loro.

 

MS: Parliamo del 5° Conto Energia. Ci avviamo verso la fine di questa opportunità, come lei ben sa, sia come AD di SMA Italia che come presidente del GIFI.  Quale sarà il futuro del fotovoltaico in Italia?

 

VN: Abbiamo constatato già da diversi mesi, praticamente dall’introduzione del 5° Conto Energia, un superamento del paradigma consueto: non si ragiona più esclusivamente del mercato del FV come realtà “quantitativa”, ma di FV integrato con altri settori prima poco considerati. Ciò nasce dall’evoluzione stessa del Conto Energia, che ha portato ad una concentrazione del mercato sul residenziale. Come noto, infatti, sopra i 12 kW bisogna accedere tramite registro all’incentivo e questo ha creato notevoli problemi: nel primo registro ci sono stati milioni di euro che non sono stati allocati e molti tra coloro che erano in buona posizione per accedere all’incentivo alla fine hanno anche rinunciato. Si tratta quindi di un meccanismo non perfetto che ha generato tanti problemi.

In più la prospettiva della fine del conto energia in tempi rapidi, si parla di poche settimane, ha portato gli operatori ed i produttori a orientasi diversamente, cioè a dare un valore aggiunto alla tecnologia fotovoltaica. Un esempio? La nostra Smart Home, appena lanciata ed in linea con il concetto appena esposto.

In pratica non più l’impianto FV isolato, ma integrato in un sistema di gestione intelligente dell’energia. L’obiettivo principale? Incrementare il più possibile l’autoconsumo in quanto, non essendoci più gli incentivi e accrescendo la quota di autoconsumo si aumenta la quantità di energia risparmiata, cioè non acquistata dalla rete.  Quindi per l’utente il vantaggio è notevole.

 

MS: Dalla produzione attiva state rivolgendovi al mondo dell’efficienza energetica ed ai sistemi di gestione intelligente…

 

VN: Esatto. Stiamo allargando le nostre attività dalla pura produzione di energia alla gestione energetica degli edifici, sia del residenziale che terziaria.

 

MS: La vostra azienda propone altre soluzioni innovative studiate appositamente per il dopo 5° Conto Energia?

 

VN: Assolutamente sì. La Smart Home con gli elementi e con gli strumenti che già abbiamo oggi, è in grado, attraverso un prodotto che si chiama Sunny Home Manager, di decidere l’attivazione della lavastoviglie o della lavatrice a seconda dell’energia che si sta producendo. In tal modo si sposta la curva dei consumi in funzione della produzione cercando di far incontrare il più possibile queste due curve per aumentare il fattore di autoconsumo. Lo step successivo sarà di integrare questa tecnologia con lo storage, quindi con la possibilità di accumulare energia. Ciò non farà altro che aumentare ancora la quota di autoconsumo facendola tendere, virtualmente, al 100%.

C’è poi da sottolineare che lo storage non va inteso unicamente come accumulo nelle batterie, ma anche come importante sinergia alla mobilità elettrica. Questa probabilmente sarà la chiusura del cerchio.

 

MS: Mi vuol dire che state guardando anche al mercato della mobilità elettrica?

 

VN: Ad essere sinceri il settore della mobilità elettrica è un obiettivo del medio e lungo periodo, mentre gli aspetti dell’accumulo e dello storage sono già attuali. Abbiamo, infatti, realizzato il primo inverter con accumulatori. Si tratta di tecnologie per applicazioni stand alone con la peculiarità di essere un inverter con la batteria integrata. Ciò determina il vantaggio per il consumatore di essere una soluzione plug & play, quindi non necessita di batterie esterne e di manutenzione. Il prodotto è molto compatto e contenuto interamente all’interno di un box.

 

 

 

MS: Quale relazione esiste tra la vostra consueta tecnologia, quella degli inverter, e queste nuove applicazioni?

 

VN: Io la vedo come un’evoluzione dettata dal cambiamento dei tempi.  A volte in Italia si pensa alle rinnovabili quasi in contrapposizione all’efficienza energetica, c’è invece una complementarietà che è fondamentale.

 

 

 

MS: Parliamo di grid parity. Molti vedono la fine dell’era del conto energia come propedeutica all’avvento della grid parity italiana. Lei cosa ne pensa: stiamo davvero entrando nel regime di grid parity o dobbiamo ancora attendere?

 

VN: Credo che in Italia ci stiamo velocemente avvicinando alla grid parity. Il nostro Paese, per la posizione geografica che occupa, ha un vantaggio notevole rispetto ad altri paesi europei e sarà sicuramente tra i primi a raggiungerla. Ciò che preoccupa ultimamente è il fatto che a causa dei dazi e del dumping cinese, il livello dei costi dei moduli sta salendo dopo un trend discendente anche molto forte. Questo purtroppo potrebbe incide sulla tempistica per il raggiungimento della grid parity perché, se i prezzi risalgono, la parità si riallontana un’altra volta.

 

MS: Fra quanto si arriverà alla grid parity in Italia secondo lei?

 

VN: E’ difficile dirlo. Probabilmente ci vorranno uno o 2 anni per il raggiungimento pieno della grid parity in Italia, ma è fondamentale coprire questo periodo con dei meccanismi anche semplici, ma diversi dal conto energia. Si parla anche del 6° Conto Energia, ma prima ci liberiamo dagli incentivi per come sono intesi oggi e prima riusciremo ad essere indipendenti e avere un mercato stabile con regole chiare.

 

MS: A quali meccanismi sta alludendo, quale potrebbe essere la soluzione ponte fra conto energia e grid parity?

 

VN: Credo che i sistemi che rendono più efficienti le utenze possano essere davvero il meccanismo più virtuoso per accompagnare il nostro settore alla grid parity. Ad esempio quei meccanismi che danno la possibilità di un contratto bilaterale tra produttore e consumatore. Pensiamo a tutti i capannoni industriali, alle piccole e media imprese, ai centri commerciali, che sono il tessuto industriale e commerciale dell’Italia.  E’ lì che ci sono i consumi più significativi. Pensare quindi ad installare impianti FV dove ci sono i consumi, con quote di autoconsumo elevatissime, darebbe la possibilità di sviluppare da una parte il nostro settore, ma anche di creare un meccanismo virtuoso, quindi produrre e consumare nello stesso posto e nel medesimo momento, senza sovraccaricare alla rete e senza creare potenziali problemi. Questa, a mio giudizio, è la ricetta vincente.