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Rinnovabili, ecco come l’Europa può risparmiare 45 mld

Uno studio effettuato dalla Siemens quattro leve principali per l'ottimizzazione dei sistemi energetici

Rinnovabili, ecco come l'Europa può risparmiare 45 mld(Rinnovabili.it) – Per l’Europa è tempo di fare i conti e capire su quali voci risparmiare e su quali investire. Un aiuto al processo decisionale potrebbe arrivare dal nuovo rapporto redatto dalla Siemens in collaborazione con l’Università di Monaco, e dedicato all’analisi dei sistemi di produzione elettrica e delle infrastrutture di distribuzione. Secondo il documento, il cui risultati integrali sarà anno resi noti solo in occasione del World Energy Congress a ottobre 2013, uno degli aspetti fondamentali per ottimizzare l’attuale alimentazione elettrica è la scelta della location degli impianti, soprattutto se si tratta di impianti a fonti rinnovabili; costruendo infatti queste istallazioni verdi presso i siti che offrono i più alti rendimenti di energia elettrica, il risparmio ottenuto entro il 2030 ammonterebbe a 45 miliardi di euro.

 

In altre parole è tutta questione di geografia, come spiega Michael Süß, membro del Corporate Executive Committee di Siemens AG e CEO del Settore Energy di Siemens: “In Europa, i soli impianti fotovoltaici che verranno installati entro il 2030 contano circa 138 gigawatt totali di energia. Se questi impianti venissero eretti in luoghi molto soleggiati, si potrebbero risparmiare 39 gigawatt ad impianto – con la stessa resa di potenza. La scelta del sito produttivo è fondamentale per l’efficienza e l’economia dell’energia eolica”. L’obiettivo del report era quello di esaminare i sistemi di energia a livello globale e verificarne il loro tasso di utilizzo delle risorse, l’affidabilità dell’approvvigionamento, la sostenibilità e l’efficienza economica. Grazie a questa valutazione sono state evidenziate quattro leve principali per l’ottimizzazione dei sistemi energetici “che possono essere più o meno efficaci a seconda delle caratteristiche regionali delle reti elettriche e della centrale elettrica stessa”:

 

1. ottimizzazione locale degli impianti di fonti rinnovabili: ovvero sfruttamento complessivo delle potenzialità regionali di generazione di energia e ricerca dei migliori siti per gli impianti solari, gli impianti di stoccaggio di energia idroelettrica e per le stazioni eoliche, così come l’ampliamento delle reti

 

2. miglioramento dell’efficienza del sistema elettrico nel suo complesso: per esempio, l’efficienza media delle centrali elettriche a carbone in Europa raggiunge il 38%, mentre gli impianti più moderni possono raggiungere il 46% dell’efficienza. L’installazione di apparecchi elettrici più efficienti nelle industrie e nelle singole abitazioni significherebbe un ulteriore taglio delle emissioni di CO2 e dei costi

 

3. miglioramenti nelle centrali di energia mista: il passaggio dal carbone al gas nelle centrali elettriche ridurrebbe considerevolmente i volumi di anidride carbonica emessa dalla produzione di energia convenzionale. Questo comporterebbe un potenziale risparmio annuo di 365 milioni di tonnellate di CO2 in Europa, equivalente alla metà di   tutte le emissioni della Germania

 

4. maggiore utilizzo dell’energia elettrica per i fabbisogni energetici: invece di generare energia localmente, bruciando petrolio e gas naturale per riscaldare gli edifici, l’energia potrebbe essere generata in modo più efficiente in centrali di grandi dimensioni, e gli impianti di riscaldamento elettrico ad alta efficienza potrebbero essere utilizzati in case isolate termicamente – almeno nelle regioni con una copertura su larga scala della rete elettrica.