Il WEEE Eurosummit ha chiuso i battenti. Traspare per l'Italia un bisogno di normative ad hoc e la necessità di ridurre le lungaggini burocratiche
(Rinnovabili.it) – Si è conclusa la due giorni di “Roma Capitale europea dei Rifiuti”, la conferenza altresì nota come WEEE Eurosummit che ha visto la partecipazione di personalità del settore interessate a valutare la situazione europea di gestione dei RAEE. “La Commissione Europea – ha dichiarato Karl Falkenberg, Direttore Generale, DG Environment, Commissione Europea, nel corso del suo intervento – ha elaborato una Road-Map Europea per la crescita ecocompatibile, l’unica forma di futuro sostenibile, per l’Europa e per il mondo intero. Tra i settori prioritari di intervento la conversione di rifiuti in risorse da riciclare e riutilizzare, compresi i RAEE, tramite iniziative come l’eco-design. La Direttiva Europea sui RAEE, in fase di approvazione, è una nostra priorità. I RAEE, infatti, sono una risorsa da riutilizzare e se riciclati adeguatamente diventano una risorsa economica per i paesi membri. Abbiamo intenzione di alzare la percentuale di raccolta di RAEE all’85% nonostante ci rendiamo conto che sia un obiettivo ambizioso. Il nostro traguardo sarebbe migliorare ulteriormente e raggiungere percentuali via via maggiori”.
Il mancato riciclo, causato soprattutto dall’esportazione illegale dei rifiuti verso i paesi in via di sviluppo, causa al comparto danni notevoli determinando la perdita di ingenti quantitativi di materiali che potrebbero altresì essere rigenerati e riutilizzati “Il Parlamento Europeo sta lavorando – ha spiegato Karl Heinz Florenz, Europarlamentare relatore della nuova Direttiva RAEE – per una migliore gestione dei RAEE e per aumentare i quantitativi di materie ottenute attraverso il riciclo. Non possiamo permetterci di disperdere queste risorse che sono un bene prezioso per noi e i nostri figli. La nuova Direttiva sarà un passaggio fondamentale per rendere concreti questi obiettivi”.
In Europa grazie alla gestione razionale dei rifiuti si riesce a recuperare il 95% dei materiali contenuti nelle apparecchiature arrivate a fine vita,percentuale che sicriduce fino al 25% quando i prodotti vengono trattati nelle economie in via di sviluppo con enormi danni economici ed ambientali.
“Il traffico illecito dei RAEE è una problematica che va assolutamente risolta – ha dichiarato Vittoria Polidori, Responsabile della campagna anti-inquinamento, Greenpeace Italia – una guerra che va combattuta per tutelare la salute delle persone e l’ambiente. I RAEE, infatti, sono rifiuti che contengono delle sostanze nocive e pericolose. Spesso i rifiuti sono mascherati da prodotti che possono essere ancora riutilizzati e venduti come beni di seconda mano ma in realtà finiscono in paesi come Cina, India, Pakistan, ma anche, e soprattutto negli ultimi anni, in Nigeria e Ghana dove vengono trattati a mani nude e bruciati a cielo aperto. La corretta gestione in Italia è fortemente indietro per il ritardo che si è accumulato in questi anni, nel recepire le direttive europee. Il Centro di Coordinamento RAEE ha cercato di recuperare a queste mancanze”.