Per l’associazione ambientalista, la crescita delle rinnovabili prefigurata nel rapporto dell’Agenzia è insufficiente a contenere le emissioni e a evitare il caos climatico
(Rinnovabili.it) – “Non raggiungere il 65% della quota di elettricità verde sul totale entro il 2035 equivarrebbe a confermare una tendenza al riscaldamento globale che vedrebbe aumentare le temperature tra i 4 e i 6 gradi Celsius”. È questo il timore che ha Greenpeace in merito alle previsioni sul settore delle rinnovabili contenute nel World Energy Outlook (WEO) pubblicato ieri dalla International Energy Agency (IEA); per quanto rosee, esse prefigurano una crescita che nella realtà dovrebbe invece essere il doppio. Secondo le stime dell’Agenzia, infatti, con le giuste politiche di efficienza e la rimozione di tutte le barriere che ostacolano le energie “verdi”, i consumi energetici potrebbero nel 2035 ridursi a un quinto del loro totale. Ma la quota di rinnovabili che da qui al 2035 finirà in rete, è per l’associazione ambientalista “largamente insufficiente a contenere le emissioni di gas serra nella misura necessaria a evitare il caos climatico che ci attende”.
Per il responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, Antonio Boraschi, dovremmo essere più attenti ai segnali del clima e riflettere bene sulla Strategia Energetica Nazionale che, a suo avviso, non riesce a sostenere bene la crescita delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. «Peraltro – ha commentato Boraschi – non vi si fa parola del carbone: ma ad oggi ci sono sul tavolo quattro nuovi progetti di centrali alimentate con quel combustibile».