L'aumento del consumo di shale gas ha determinato il calo delle emissioni e la crescita delle esportazioni di carbone, fenomeno che in parte compensa negativamente la riduzione degli inquinanti
(Rinnovabili.it) – Ma il gas scisto è così low carbon come si pensa? Il dubbio viene da un gruppo di scienziati che ne hanno analizzato le credenziali scoprendo, ad esempio, che tutte le emissioni inquinanti risparmiate negli Usa a causa dell’utilizzo di shale gas vengono semplicemente “inviate” all’estero per mezzo delle esportazioni di carbone, in particolare nel Regno Unito, Europa e Asia.
Il gas in questione infatti ha aiutato gli States a bruciare meno carbone che però è stato esportato, contribuendo all’aumento dell’inquinamento nel settore trasporti, come è stato affermato dai ricercatori dell’Università di Manchester.
In un nuovo rapporto commissionato dal Co-operative, gli scienziati aggiungono che senza un tetto significativo sulle emissioni globali di carbonio lo sfruttamento delle riserve di gas scisto è destinato ad aumentare, contribuendo all’innalzamento delle emissioni totali.
Dal picco registrato nel 2005 le emissioni inquinante domestiche negli Stati Uniti hanno subito un calo dell‘8,6%, con un calo medio annuo dell’1,4%. Il responsabile di questa diminuzione? Ha contribuito alla riduzione del tasso di rilascio delle emissioni la migliore gestione del settore energetico, non solo il calo del prezzo del gas.
Ma gli scienziati hanno calcolato che circa la metà di quanto non emesso grazie all’utilizzo di gas scisto potrebbe essere stato compensato dall’aumento delle esportazioni di carbone.
“Nonostante la retorica circa il basso tenore di carbonio, il gas di scisto è ancora una fonte di energia ad elevata intensità di carbonio”, ha detto il dottor John Broderick, autore principale del rapporto del Tyndall Centre for Climate Change Research.