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I progressi europei verso Kyoto

L’AEA ha pubblicato oggi la sua analisi più recente sull’andamento tendenziale delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE

Oggi la Commissione europea ha pubblicato il suo rapporto annuale sui progressi dell’Unione europea verso il raggiungimento il traguardo del Protocollo di Kyoto fissato per la riduzione delle emissioni di gas serra. L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) ha pubblicato la sua ultima analisi delle tendenze di gas a effetto serra nell’UE, evidenziando i considerevoli progressi che la comunità sta facendo nello spezzare il legame tra emissioni di anidride carbonica e la crescita economica. L’analisi è suddivisa in tre relazioni che, insieme, offrono uno studio dei livelli di emissione registrati dal 1990 nella prospettiva di una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione per il 2020 e oltre. A fine 2010 l’UE è riuscita a raggiungere una riduzione dei gas serra ridurre del 15,5% rispetto i livelli del 1990 mentre l’economia è cresciuta del 41% nello stesso periodo. L’UE-15 rimane saldamente in corsa per raggiungere l’obiettivo dell’8% di riduzione delle emissioni nell’ambito del protocollo di Kyoto: i valori del 2010 sono stati rispetto ai livelli dell’anno di riferimento, attestandosi ad una percentuale del 10,7 %. Tuttavia, dei 15 Stati membri dell’UE accomunati da un impegno comune assunto nel quadro del protocollo di Kyoto (UE-15), alla fine del 2010 l’Austria, l’Italia e il Lussemburgo non erano ancora riuscite a realizzare gli obiettivi previsti dal protocollo.

“L’Unione Europea ha continuato sulla linea del disaccoppiamento delle emissioni dal PIL durante il periodo di recessione economica, Tra il 2008 e il 2009, i livelli di gas serra sono scesi del 7,1% nell’UE-27, molto più del 4% di contrazione del PIL”, ha commentato il commissario Connie Hedegaard “Ora si deve stimolare l’innovazione tecnologica, la crescita economica e creare occupazione, riducendo ulteriormente le emissioni in modo raggiungere i nostri obiettivi climatico-energetici del 2020 e quelli a lungo termine”.

Proiettandosi nel 2020, è necessario che gli Stati membri dell’UE attuino le misure previste per assolvere all’impegno unilaterale dell’Unione volto a ridurre le emissioni del 20 %.

Risultati principali

– Le prime stime per il 2010 segnalano un incremento del 2,4 % delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE rispetto al 2009 (con un margine di errore pari a +/- lo 0,3 %), dovuto alla ripresa economica verificatasi in molti paesi, nonché a un maggiore fabbisogno di riscaldamento generato da un inverno più rigido. Tuttavia, il passaggio dal carbone al gas naturale e la crescita sostenuta della produzione di energie rinnovabili hanno consentito di arginare l’aumento di queste emissioni.

– I paesi membri dell’AEA e i paesi cooperanti che non appartengono all’UE e che hanno accettato l’obiettivo di Kyoto erano in linea con l’obiettivo alla fine del 2009, tranne il Liechtenstein e la Svizzera. Per raggiungere il proprio obiettivo, la Svizzera ha già deciso di ricorrere maggiormente ai meccanismi flessibili.

– I provvedimenti adottati in settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (EU ETS), quale quello residenziale, dei trasporti o dei rifiuti risulteranno particolarmente importanti per il raggiungimento degli obiettivi nazionali fissati per il 2020 in virtù del pacchetto UE clima ed energia del 2009.