La grande industria ha deciso di fare pressioni sui governi degli Stati Uniti e dell'Unione affinché cambino le quote imposte per legge nella produzione e utilizzo dei biocombustibili di I generazione
(Rinnovabili.it) – “La produzione di biocarburanti dalle risorse alimentari è un’aberrazione. Noi crediamo che l’Unione Europea e gli Stati Uniti dovrebbero investire nel combustibile giusto”. Parla senza giri di parole Paul Bulcke, CEO di Nestlé che al termine della conferenza della Settimana mondiale dell’acqua in Svezia ha colto l’occasione per sottolineare la posizione della propria società su un tema così caldo come quella dei biocarburanti.
Uno dei big del settore alimentare a livello mondiale aggiunge il peso delle proprie richieste a quanto avanzato in questi giorni dalle nazioni Unite nei confronti delle politiche statunitensi ed europee, chiedendo alle due potenze di cambiare gli obiettivi concernenti la produzione e consumo di biofuel. “[L’uso di biocarburanti] è partito da una buona intenzione, ma una volta che si ha in mano un’informazione migliore si deve essere coerenti”, ha insistito Bulcke. “Bisogna sapere quando dire: ‘Ci fermiamo qui’. Soprattutto ora che sappiamo che il potenziale di riduzione delle emissioni di carbonio non è chiaro come si credeva”.
Secondo quanto ha riferito il CEO, la Nestlé ha fatto pressioni ai governi degli Stati Uniti e dell’Unione europea affinché modifichino i rispettivi target: in base alle leggi volte a ridurre le importazioni petrolifere straniere, il 40% del mais americano raccolto deve essere utilizzato per la produzione di biocarburanti mentre i paesi dell’UE sono tenuti a raggiungere l’obiettivo del 10-20% del loro approvvigionamento energetico per i trasporti da biocarburanti.