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In Inghilterra debutta la mini locomotiva a fuel cell

Gli studenti dell'Università di Birmingham hanno costruito la prima locomotiva a idrogeno del Regno Unito sperimentandola su i 2 km del circuito della Stapleford Miniature Railway

(Rinnovabili.it) – Per ora è ancora la versione minimalista di quelle piccole locomotive che si trovano nei parchi giochi per bambini, ma per gli ingegneri dell’Università di Birmingham, realizzatori del primo convoglio a idrogeno del Regno Unito, si tratta dell’esempio di come potrebbe mutare l’industria ferroviaria britannica nel futuro prossimo. Il progetto, realizzato presso la Facoltà di Elettronica, Elettrica e Informatica Ingegneria, è riuscito a mettere sui 2 km di binari della storica Stapleford Miniature Railway un prototipo di locomotiva che combina cella a combustibile, un sistema di “frenata rigenerativa” e batterie al piombo simili a quelle utilizzate nelle automobili.

Le fuel cell – in questo caso pile a membrana a scambio protonico da 1.1 kW – sono impiegate sia per alimentare il motore elettrico a magneti permanenti che per caricare le batterie e poter così rispondere alle richieste di potenza di picco durante l’accelerazione. A completare il quadro, sospensioni pneumatiche regolabili, un dispositivo di controllo wireless e touchscreen altamente avanzato e ovviamente un serbatoio di stoccaggio dell’idrogeno in grado di immagazzinare oltre 5mila litri di gas a pressione relativamente bassa. In teoria la quantità di idrogeno avrebbe dovuto consentire di trainare un carico di circa 400 kg ma i test effettuati hanno permesso di arrivare a risultati più sorprendenti: con due serbatoi supplementari la locomotiva è riuscita a trainare ben 4000 kg (somma del peso dei vagoni e dei passeggeri), oltre 6 volte il carico specificato per 2,7 km.

“Il nostro locomotore alimentato ad idrogeno – ha commentato Stuart Hillmansen consigliere della facoltà di Ingegneria – è un esempio pulito ed efficiente di come questo vettore potrebbe essere impiegato in futuro per le tratte dei treni non elettrificate. Speriamo che i nostri sforzi incoraggino l’industria ferroviaria a dare un’occhiata più da vicino a questa entusiasmante tecnologia”.