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Eolo ai tempi della green revolution

Aerogeneratori giganti e turbine microscopiche, materiali radar assorbenti e batterie incorporate. La tecnologia eolica continua ad evolversi accettando nuove sfide

Dall’invenzione del primo mulino a vento in Persia quasi 3.000 anni prima di Cristo in poi, l’evoluzione tecnologica dello sfruttamento delle correnti d’aria è stata estremamente lenta. Poi, ecco arrivare Charles F. Brush, classe 1800 e una forte ambizione visionaria, e il gioco è fatto. Ma dalla prima turbina degna di questo nome (1888) ad oggi si sono compiuti veri e propri passi da giganti. La spinta dell’innovazione ha contagiato tutta la filiera dell’eolico che in pochi anni è riuscita a rivoluzionare gli aerogeneratori in termini di prestazioni, estetica e costi. E se nell’immaginario comune la classica turbina ad asse orizzontale è, e forse rimarrà ancora a lungo, un simbolo iconico della produzione eolica, nel mondo reale la tensione verso la perfezione tecnologica ha lanciato una forsennata corsa evolutiva partorendo, in alcuni giganti eolici, in altri funzionali gadget dalle dimensioni lillipuziane, oggi ibridi tecnologici, domani sistemi simbiotici capaci di relazionarsi positivamente con la natura.

 

LOTTA FRA I TITANI DELL’EOLICO

L’inizio del decennio ha dato il via alla “febbre del vento”, una vera e propria corsa tra le maggiori case di produzione eoliche alla realizzazione di mega turbine da capacità a sei zeri. L’obiettivo è semplice: realizzare l’aerogeneratore più potente al mondo per le aree off-shore ed aggiudicarsi un primato unico al mondo. Ecco allora che spuntano Eolo (Norvegia), Britannia (Regno Unito), Aerogenerator X (Stati Uniti) e Azimut (Spagna), colossi in alcuni casi anche da 10 MW di potenza e con altezze superiori ai 150 metri e pale dal peso di oltre 30 tonnellate. In realtà per vedere questi titani in un impianto commerciale bisognerà aspettare ancora qualche anno, dal momento che istallazioni così possenti impongono inevitabilmente problemi ingegneresti e logistici non da poco.

 

IL VENTO IN TASCA

Ma non sempre le dimensioni sono tutto. A dimostrarlo sono le nuove leve del design industriale che stanno adattando la tecnologia eolica alla necessità prettamente domestiche. Nasce così Aero E, il minidispositivo progettato da Lance Cassidy per generare elettricità dal vento senza dover affrontare alcun problema d’istallazione. Il concept è stato disegnato per essere “incastrato” magneticamente nelle finestre e per poter ricaricare in modalità wireless i piccoli oggetti elettronici come cellulari e mp3. Non è da meno Wind Cube, il progetto dei designer Liao-Hsun Chen e Wen-Chih Chang, divertitisi ad immaginare un perfetto connubio tra edilizia e soluzioni green nel contesto metropolitano. Si tratta di un mini aerogeneratore a tre pale modulare e dalla capacità di 100 W e dall’altezza di soli 68 cm che grazie alla sua forma a Y e al ridotto peso può essere istallato sulle mura esterne di casa con l’aiuto di soli tre vit,i fino a realizzare una vera e propria parete rampicante dell’eolico.

 

L’IMPORTANZA DI ESSERE ANIMAL FRIENDLY

L’accusa che più spesso viene rivolta alle grandi wind farm è di essere tra i fattori responsabili dei danni all’avifauna, soprattutto quando una progettazione poco attenta istalla parchi eolici sulle rotte migratorie. Per le turbine si avvicina il giorno del riscatto e un passo avanti potrebbero averlo compiuto alcuni ricercatori dello Zoo di San Diego (Usa) alle prese con la realizzazione di un sistema di telemetria capace di individuare la presenza di grandi volatili, disattivando all’occorrenza il movimento delle pale eoliche. La sperimentazione è già stata avviata e il sistema sta registrando altitudine e velocità di alcuni Condor californiani provvisti di trasmettitore, nella speranza di poter ottenere un giorno un dispositivo distinguere le varie specie tra loro e funzionare in maniera più performante. D’altra parte le fattorie eoliche sembrano vadano perfettamente d’accordo con la fauna marina. I ricercatori del DTU Aqua, l’Istituto danese delle risorse acquatiche, hanno avviato uno studio sulle specie ittiche che popolano i fondali attorno a Horns Rev 1, wind fram danese istallata a largo della costa di Anholt. Dopo sette anni di studi ed analisi hanno scoperto che i pesci non solo convivono senza alcun problema con gli 80 aerogeneratori del parco, ma che le particolari caratteristiche strutturali (profondi ancoraggi e barriere di pietra circolari a protezione) dell’istallazione off-shore hanno dato una mano alla biodiversità del luogo, aumentando la fauna locale di numero e specie.

 

TURBINE EOLICHE CON SUPER POTERI

Invisibili e silenziosi, questo si chiede agli aerogeneratori del 2012. E questo è quello che la ricerca di settore sta cercando di ottenere. E se da un lato già si moltiplicano le sperimentazioni per rendere le turbine impercettibili alla lettura dei radar degli aerei, all’orizzonte appaiono anche le prime sperimentazioni di rotori “muti”. Nel primo caso fa scuola il progetto RAM (Radar Absorbent Material) della Vesats in cui sono state adattate con successo le tecnologie militari “stealth” alle turbine della casa danese.

 

Fa voto invece di silenzio Eco Whisper, progetto della Renewable Energy Solutions Australia (RESA) grazie al quale è stato realizzato un aerogeneratore da 20 kW in grado di produrre energia ma ben poco rumore. Il merito ovviamente è del suo particolare design che ricorda da vicino il rotore di aereo e che è in grado di fornire all’istallazione un 30% in più di efficienza rispetto ad una tradizionale tre pale.

 

COMODITA’ 2.0

Cosa manca ad una turbina moderna? Magari la capacità di stoccare l’elettricità prodotta e rendere il vento una fonte un po’ più affidabile. O forse la possibilità di facilitare le operazioni di manutenzione e controllo. Per la società olandese 2-B Energy una delle sfide odierne è rappresentata dal fatto che molti design di turbine off-shore si basano attualmente su una tecnologia studiata e progettata per gli impianti a terra, dove sussistono vincoli e condizioni ambientali profondamente diversi. L’azienda ha deciso di tentare un nuovo approccio progettuale, disegnando una turbina da 6 MW bielica dotata sulla cima di eliporto. Il progetto si è già conquistato la fiducia del governo scozzese che ha approvato i piani per la costruzione di un primo aerogeneratore a 20 metri a largo della costa di Methil nel Fife. Si chiama invece SeaTwirl l’ultimo prodotto hi-tech, in tema eolico, partorito dalla Svezia. Un team di università e società svedesi hanno collaborato per dar vita ad una turbina galleggiante che impiega l‘acqua del mare come un cuscinetto a strisciamento, rendendosi così in grado di utilizzare la sua parte sommersa come un grande volano a bassa velocità. In questo modo è in grado di memorizzare grandi quantità di energia a bassa velocità ed erogarla a più alte velocità di rotazione quando la domanda energetica cresce. Tempo di sperimentazione 4-6 anni.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.

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