Durante i colloqui preliminari di Rio+20 India e Brasile esprimono la necessità di rivedere i piani per lo sviluppo sostenibile adeguandoli ad una crisi economica che non pare cessare
(Rinnovabili.it) – Ad una sola settimana dall’inizio degli incontri in programma per la tanto attesa conferenza Rio+20 (20-22 giugno) India e Brasile fanno il punto della situazione e mettono in evidenza progetti e piani di sviluppo. Ma da voci di corridoio si è appresa la controversa posizione dell’India che pare voglia opporsi ad una delle proposte che verranno presentate al Vertice dalle Nazioni Unite tra e che riguarda la promozione delle economie più industrializzate. Secondo un documento distribuito ai membri del Gabinetto, Nuova Delhi avrebbe deciso di contrastare più di una delle proposte avanzate dalle Nazioni Unite incluse nel progetto di documento finale, intitolato “Il futuro che vogliamo”, attualmente in discussione nella città brasiliana di Rio de Janeiro. Il progetto oltre a proporre nuovi standard di green economy, pensa ad altri meccanismi per valutare il programma di sviluppo sociale e per convertire l’United Nations Environment Programme (UNEP) nell’organismo di riferimento a livello globale che disciplini le tematiche inerenti l’ambiente e per la creazione di un consiglio mondiale economico e sociale.
In una nota preparata dal Ministero dell’Ambiente, l’India sostiene che le decisioni dell’Unione europea in materia di sviluppo sostenibile e green economy hanno sottolineato le dimensioni ambientali del caso ignorandone i contorni socio-economici.
Quasi contemporaneamente giunge anche la dichiarazione preliminare a Rio+20 espressa dal Brasile, che nella sua capitale ospiterà gli incontri durante i quali il paese sta pensando di proporre un nuovo modello di sviluppo sostenibile che sia in linea con l’attuale crisi economica come ha riferito il Ministro della Segreteria Generale della Presidenza del Brasile, Gilberto Carvalho. “La Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, Rio +20, cade proprio nel momento in cui i grandi modelli di sviluppo, di produzione, di consumo e di distribuzione stanno cominciando a dimostrare di non essere idonei”, ha detto Carvalho durante un incontro al quale hanno preso parte oltre 500 rappresentanti di 360 organizzazioni provenienti da circa 100 paesi. Sottolineando che tale crisi potrebbe quindi rappresentare il momento più proficuo per determinare nuovi modelli di crescita in linea con il rispetto dei principi e degli equilibri ambientali, Carvalho ha espresso la speranza di riuscire ad ottenere i frutti del lavoro di molti per garantire alle generazioni future le risorse necessarie per lo sviluppo.