Tetti di spesa, tagli dell'aliquota e ampliamento degli interventi in grado di beneficiare della detrazione. Queste le nuove misure ora sotto analisi
Dopo essere stata bacchettata da Bruxelles sul fronte del rendimento energetico degli edifici, l’Italia sa che non può perdere l’occasione. Il sotto-segretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Stefano Saglia, era tornato più volte sulla questione evidenziando come la procedura dell’Europa contro il Belpaese costituisse un ulteriore stimolo a inserire la norma per la detrazione del 55%, in scadenza a fine anno, nel decreto sviluppo. Ora le prime indiscrezioni circolate in merito alla bozza del DL ministeriale su infrastrutture e crescita economica confermano, senza ombra di dubbio, la proroga dell’eco-bonus per il retrofit energetico, seppure con qualche novità. Per uno degli strumenti chiave del rilancio economico sembrerebbe giunto il momento del restyling, a cominciare da alcune rimodulazioni importanti quali:
- l’introduzione di tetti di spesa specifica, prima non previsti (non più di tot €/m2 di pannello solare termico, non più di tot €/kW della caldaia, ecc.);
- per alcuni interventi, l’abbassamento della spesa massima ammissibile a detrazione;
- la reintroduzione delle detrazioni per elettrodomestici ad alta efficienza e pompe di calore, ancorché con livelli inferiori di detrazione;
- per alcuni interventi (finestre e piccole caldaie) la riduzione fin da subito al 41% della percentuale di detrazione.
In attesa del testo ufficiale e ala conferma o meno delle misure proposte nello schema del decreto, alcuni suggerimenti in merito alla detrazione del 55% arrivano anche dall’Ance. Durante l’assemblea nazionale dello scorso 28 ottobre il presidente Paolo Buzzetti è intervenuto sul tema raccomandando il mantenimento delle attuali agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie (cd. 36% e 55%) come spinta alla riqualificazione urbana da conseguire “premiando gli acquisti di abitazioni in fabbricati completamente ristrutturati e gli interventi che producono un effettivo e complessivo risparmio energetico”. “Per innescare meccanismi virtuosi – ha continuato Buzzetti – di rinnovamento urbano, si potrebbe poi attivare una ‘campagna di rottamazione ‘dell’usato’ anche nel settore immobiliare, favorendo la ‘permuta’ del vecchio fabbricato posseduto con uno nuovo ad alta efficienza energetica (classe A e B)”.