Termina la due giorni organizzata da Amici della Terra per parlare di incentivazione, regolazione, informazione e potenzialità di settore dei consumi di energia, ancora poco conosciuto
(Rinnovabili.it) – Si chiude oggi la III Conferenza Nazionale per le rinnovabili termiche, la due giorni organizzata da Amici della Terra in collaborazione con Coldiretti e Co.Aer con l’obiettivo di aprire un fronte di dibattito costruttivo sulle potenzialità delle FER italiane. Con l’intenzione di sostenere l’attivazione dei diversi strumenti utilizzabili nell’intervento pubblico per questo settore delle green energy, la conferenza ha messo a fuoco due grandi tematiche richiamando l’attenzione su una realtà definita “il gigante dormiente delle rinnovabili”, le cui potenzialità continuano ad essere ignorate.
Prendendo in considerazione solo le biomasse legnose, è stato calcolato che si potrebbe raddoppiare il ruolo svolto dalla filiera italiana al 2020, in termini di Mtep prodotti, mantenendo i costi 10 volte sotto a quelli previsti per il fotovoltaico. Un dato che è diventato il fulcro della prima giornata, intitola significativamente “Custodi del bosco” e dedicata al ruolo che il mondo rurale, in particolare le aziende forestali, è in grado di assumere all’interno di una pianificazione energetica regionale adeguata alle risorse territoriali. Il quadro emerso è quello di settore ampiamente sottovalutato. Il PAN redatto dal Governo prevede un obiettivo specifico di diffusione delle Fer termiche fissato al 17% dei consumi totali di calore per il 2020 (pari a circa 10,5 Mtep), di cui metà è attribuito alle biomasse legnose (5 Mtep). Stando ai dati Eurostat, i consumi legati a quest’ultima voce sono stati fortemente sottostimati, dal momento che già al 2010 essi ammontavano ad oltre 4 Mtep.
Inoltre, le filiere nazionali della biomassa possono contare su un mercato solido e competitivo. Solamente nel comparto delle stufe a legna e pellet il “made in Italy” ha una posizione di leader mondiale, coprendo il 90% della domanda sul mercato interno mentre una quota importante (35%) della produzione nazionale viene esportata. E’ stata dedicata a “Il caldo e il freddo nel conto del 20-20-20” la giornata di oggi che dà peraltro il via all’entrata in vigore degli obblighi di integrazione delle rinnovabili negli edifici nuovi o in “edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti”, secondo quanto stabilito dall’articolo 11 e dall’allegato 3 del Dlgs n. 28/2011. Al centro del dibattito la buona pianificazione regionale, basata sul riconoscimento e sulla contabilizzazione delle rinnovabili termiche, può contribuire a ottimizzare i benefici socio-economici della strategia europea su energia e clima.