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Microgocce di cristalli liquidi e il fotovoltaico ringrazia

Una prima assoluta a livello mondiale che apre le porte a importanti applicazioni nel solare grazie alla realizzazione di microlenti con focale variabile

(Rinnovabili.it) – Dai televisori e gli schermi ultra flat alle celle solari. Grazie agli scienziati dell’Istituto nazionale di ottica del CNR (Ino-Cnr) di Napoli i cristalli liquidi (cl) si fanno microscopici per andare, un giorno, in aiuto alla tecnologia fotovoltaica. Il team di ricercatori guidati da Pietro Ferraro, in collaborazione con l’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri del Cnr (Ictp-Cnr) e con il Dipartimento di scienze fisiche dell’Università Federico II di Napoli, si è focalizzato sullo studio dei cristalli liquidi nematici, termine con cui s’indica una tipologia di cl dotata di ordine nell’orientazione delle molecole. “La ricerca – afferma Francesco Merola dell’Ino-Cnr – è partita dall’idea di manovrare a piacimento piccole quantità di queste sostanze”.

Gli scienziati sono stati in grado di frammentare questi composti in minuscole gocce dal potere ottico dotate però della capacità di ri-assemblarsi in gocce più grandi. “In particolare – spiega la ricercatrice Simonetta Grilli – le ‘goccioline’ possono diventare microlenti con focale variabile” e prestarsi in tal modo a nuove soluzioni sia in ambito fotografico che in quello fotovoltaico dal momento che sono in grado di assolvere il ruolo di perfetto concentratore sferico catturando la luce solare da qualunque angolazione. “Altre applicazioni – continua Grilli – si aprono in sensoristica e nelle nano e biotecnologie”. Per ottenere un tale risultato, prima assoluta a livello mondiale la squadra ha depositato delle goccioline di cristallo liquido su un substrato di niobato di litio, un sale sintetico, appositamente preparato e quindi rivestito da un particolare polimero, il polidimetilsiloxano, o pdms.

“Sfruttiamo una variazione di temperatura per generare il campo elettrico invece di applicarlo dall’esterno: nessuno, fino ad ora, aveva mai pensato a una tecnica del genere”. La scoperta è stata pubblicata e selezionata tra gli Hot Topics dalla prestigiosa rivista della Wiley ‘Advanced Functional Materials.