Si è svolto lo scorso venerdì a Roma il convegno annuale Aiget, con la presentazione del nuovo position paper fornire spunti di riflessione e sciogliere i nodi che limitano lo sviluppo dell’attuale assetto di mercato
Come Teseo nel labirinto del Minotauro anche il mercato energetico italiano si trova in un apparente dedalo: battute d’arresto, spinte involutive e difficoltà dettate dall’attuale momento economico complicano oggi un percorso che lamenta la mancanza un indirizzo politico e strategico chiaro, stabile e lungimirante. Per venirne fuori è necessario porre le basi per la ricerca di quel filo conduttore utile a guidare l’evoluzione del comparto il completamento del processo di liberalizzazione, la sicurezza degli approvvigionamenti, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dei servizi di efficienza energetica. Ne è fermamente convinta l’Aiget, l’Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader, che ha organizzato a Roma lo scorso venerdì il suo convegno annuale. La giornata si è prestata a creare un’occasione di confronto finalizzata a raccogliere vari spunti per un dialogo costruttivo fra istituzioni e operatori.
Per far sì che le attuali criticità possano divenire stimolo di crescita Aiget ha presentato una serie di proposte a tema, a cominciare dalla sicurezza energetica e dalla richiesta di mantenere aperte e contendibili quelle opportunità di business che sono a rischio di “uscita” dalle sane logiche concorrenziali. “Uno scenario che sarà evidentemente disatteso se, per esempio, Terna dovesse realizzare o gestire sistemi di accumulo, facendoli pagare direttamente in tariffa: è compito dei mercati – spiega AIGET – individuare la necessità ed eventualmente realizzare nuove strutture, attraverso investimenti privati, in un modello regolatorio riformato”. Non solo. Nel Position Paper della lobby si richiede gli oneri di sbilanciamento e la responsabilità della previsione in tema di servizi di dispacciamento restino in capo al produttore titolare di impianti “rilevanti” e “non rilevanti” di potenza superiore a 1 MW. In particolare per quest’ultimi, spiega Aiget, “non dovrebbe essere consentito al GSE di offrire servizi di previsione in concorrenza con altri operatori in grado di proporre il medesimo servizio”.
Altra questione all’ordine del giorno, le fonti rinnovabili sui cui l’Associazione ritiene oggi fondamentale poter intervenire per ridefinire la politica delle tariffe incentivanti, dirigendole verso una serie di interventi strutturali che creino efficienza e risparmio energetico. Efficienza e risparmio da accompagnare, però, a un’ulteriore liberalizzazione del mercato, in un quadro regolatorio più stabile nel medio e lungo periodo, unica strada secondo il comparto per poter assicurare una tutela dei consumatori e oneri minori in bolletta.
Dal mercato delle green energy a quello del gas il passo è breve. In questo contesto Aiget continua il suo lavoro a favore di un mercato più trasparente e competitivo, con informazioni chiare e disponibili per tutti gli operatori. “Nonostante le riforme strutturali che stanno attraversando il sistema, il processo di evoluzione del mercato del gas si è infatti scontrato con diverse battute d’arresto che hanno fortemente disorientato gli operatori. In quest’ottica, grande attenzione va al tema della stabilità del quadro regolatorio: un presupposto fondamentale affinché gli operatori siano messi in condizione di dar vita ai meccanismi competitivi alla base del libero mercato”.