Il bando, basato su un nuovo modello di sviluppo e rivolto alle regioni del Mezzogiorno, è stato illustrato dal ministro Profumo
Realizzare tanto, consumare poco. E in questo trovare un modello di sviluppo. A dirla in sintesi estrema, è questo il concetto di Smart Cities, a cui è stato dedicato un appuntamento oggi a Matera, a Palazzo Lanfranchi, con il Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, voluto dal presidente della Regione, Vito De Filippo e a cui sono stati chiamati a partecipare, oltre al Governatore lucano, gli assessori regionali all’Ambiente e alle Attività Produttive Vilma Mazzocco e Marcello Pittella, Mario Calderini del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il sindaco di Matera Salvatore Adduce, il presidente della Provincia di Matera Franco Stella, oltre a sindaci, imprenditori, esponenti di università e enti di ricerca.
Il Governo, seguendo un’indicazione della Commissione Europea, ha lanciato il 2 marzo scorso un bando di 240milioni di euro per il progetto “smart cities” nelle regioni del Mezzogiorno e annuncia di voler andare avanti su questa strada con nuovi bandi, anche con l’obiettivo di trovarsi pronti ai bandi europei che, sul progetto, metteranno in campo 11 miliardi di euro.
Il bando già varato è rivolto prioritariamente alle Regioni dell’Obiettivo 1. La Basilicata insieme alle Regioni Sardegna, Abruzzo e Molise, non appartenenti all’obiettivo convergenza, può comunque presentare progetti, ma non può attingere ai 240 milioni stanziati e deve provvedere, in questa fase, a mettere in campo altre risorse, parte delle quali anche proprie, per poi concorrere ad un successivo bando da 700 milioni che sarà destinato alle regioni non “obiettivo 1”. A poter presentare progetti sono raggruppamenti che coinvolgano le imprese, i centri di ricerca, i consorzi, i parchi scientifici e tecnologici anche in partenariato con sedi operative nelle stesse regioni o che si impegnino a crearne una, in caso di approvazione del progetto. In ogni caso, la compagne proponente non potrà essere in mano alle aziende private per più del 55 per cento, mentre dovrà essere almeno per il 25 per cento espressione di università ed enti di ricerca e per il 10 per cento in mano agli enti locali. La Ricerca sarà il cuore dell’iniziativa e la compagine industriale dovrà farsi carico di almeno il 50 per cento dei costi complessivi riferibili alla ricerca, alla formazione e allo sviluppo sperimentale. Dalla ricerca potranno poi nascere aziende con la forma dello spin off a cui sarà dato il compito di gestire la fase di sviluppo, creando economia e occupazione sul territorio.
Quanto ai settori di applicazione, sono diversi (dall’istruzione alla Salute, ancora Mobilità, Ambiente, Turismo, energie rinnovabili, logistica, ambiente, risorse naturali ed e-government), ma ad ogni territorio viene chiesto di puntare solo su alcuni di questi e la Basilicata è orientata su ambiente, energie rinnovabili ed e-government, in coerenza con altre azioni di sviluppo già intraprese.