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Ecomobilità, a Torino come Friburgo

Una delegazione provinciale nella città tedesca per studiare nuove soluzioni per la mobilità intorno alle scuole

Quest’anno sarà Friburgo, con alcuni centri minori limitrofi, la meta della visita-studio dei componenti del Tavolo “Qualità della vita e mobilità sostenibile intorno alle scuole”, promosso dalla Provincia di Torino. La delegazione, che conterà circa venticinque persone, sarà composta da amministratori e tecnici comunali, da insegnanti e da rappresentanti di associazioni del territorio. Dieci i Comuni presenti: Avigliana, Brandizzo, Bruino, Caprie, Chieri, Chivasso, Ivrea, Luserna San Giovanni, Pavone Canavese e Sestriere.
Situata nel sud-ovest della Germania, con 220mila abitanti, Friburgo è considerata oggi la capitale ecologica tedesca in virtù delle politiche che porta avanti da più di trent’anni, con un elevato grado di partecipazione dei cittadini alla definizione delle scelte strategiche di governance urbana. Le scelte adottate dall’amministrazione (pedonalizzazioni, zone 30, aree di sosta per le automobili meno estese e più care, quartieri car-free, sistema tariffario integrato del trasporto pubblico locale) hanno consentito di mantenere l’utilizzo dell’auto privata ai livelli dei primi anni settanta. Oggi a Friburgo il 70% degli spostamenti urbani è effettuato a piedi, in bicicletta o con il trasporto pubblico e il 90% dei residenti abita in zone della città a traffico ridotto. In particolare, è di grande interesse il modello di gestione dell’ambiente urbano realizzato nel quartiere di Vauban, in cui la maggior parte dei 4.700 cittadini residenti vive senza auto privata (150 auto ogni 1.000 abitanti), beneficiando di una serie di incentivi come l’abbonamento gratuito al servizio di trasporto pubblico e di misure alternative come il car-sharing e il car-pooling.
“Andare a studiare chi è più avanti di noi ci sarà di grande stimolo per proseguire le azioni che abbiamo già avviato e per cominciarne di nuove” commenta l’assessore all’Ambiente della Provincia di Torino Roberto Ronco. “Questi percorsi partecipati sono dei begli esempi di cittadinanza attiva, e consentono di riappropriarsi di spazi da tempo perduti”.