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I dubbi sul Quinto Conto Energia

Meno incentivi al fotovoltaico italiano. Dalla bozza di decreto pare che il Quinto Conto Energia finanzierà il comparto con 500 milioni di euro dimezzando le tariffe

Stiamo per dire addio al Quarto Conto Energia e, mentre si avvicinano le scadenze, indiscrezioni vorrebbero l’entrata in vigore di un Quinto Conto Energia a partire dal 1° luglio di quest’anno. La bozza, attualmente in via di compilazione definitiva per conto del Ministero dello Sviluppo economico, ritiene che “sia sufficiente impegnare ulteriori 500 milioni di euro l’anno al fine di accompagnare il fotovoltaico verso la competitività, al di fuori di schemi di sostegno”, vale a dire fino a dicembre 2014. Un drastico taglio se rapportato ai 6 miliardi del precedente sistema di incentivazione.

Il 5° Conto andrà quindi, secondo le indiscrezioni trapelate, agli impianti fotovoltaici a concentrazione per un massimo di 10 milioni di euro a semestre, alle istallazioni innovative per un totale di altri 10 milioni mentre agli impianti fotovoltaici verranno riservati 80 milioni. Il perché della diminuzione degli incentivi da parte del Governo? Pare sia colpa del peso eccessivo dei contributi sulle bollette dei consumatori che, oltre ai 6 miliardi destinati al fotovoltaico, devono corrispondere la percentuale riservata alle altre fonti enenrgetiche rinnovabili per un totale di 3 miliardi, con un aggravio medio per famiglia che ogni anno si traduce in circa 90 euro contro i 30 del 2009 e i 120 euro previsti per l’anno in corso.

Ma dalle associazioni arriva la preoccupazione che il nuovo Conto Energia possa favorire l’economia affossando le imprese e che l’autore della nuova bozza, redatta su carta intestata del Ministero, possa essere stata compilata da un analista dell’Enel come dichiarato dal senatore del Pd Ferrante.

“In tutta onestà stento a credere che i Ministeri competenti vogliano infondere panico nel mercato fotovoltaico facendo circolare bozze – diverse tra loro nei contenuti e nella forma – piuttosto che operare con responsabilità nei confronti di un comparto industriale, quello del fotovoltaico, che ad oggi ha contribuito concretamente allo sviluppo nel nostro Paese del mercato energetico, componente fondamentale di ogni sistema economico. Un intervento legislativo come quello prospettato dalle bozze in circolazione vanificherebbe tutti gli investimenti realizzati fino ad ora” ha dichiarato Valerio Natalizia, presidente ANIE/GIFI.

I nuovi incentivi sarebbero infatti insostenibili per l’industria fotovoltaica italiana e prevedono un registro per tutti gli impianti al di sopra dei 3 kW di potenza e il dimezzamento delle tariffe a partire dal 1° luglio anche per gli impianti di piccola taglia istallati sugli edifici. A causa di queste misure provvisiorie le banche avrebbero già sospeso i finanziamenti portando i clienti alla cancellazione degli ordini e mettendo in serio pericolo migliaia di posti di lavoro nel settore.

“Ed è proprio di investimento che bisogna parlare – continua Natalizia – quando si considera il denaro utilizzato per incentivare l’energia fotovoltaica. A differenza delle fonti tradizionali, dove le risorse finanziarie devono far fronte alla necessità di continuo approvvigionamento di combustibile, spesso da Paesi politicamente instabili, in questo caso gli investimenti vanno a favore dello sviluppo tecnologico e della generazione distribuita ed efficiente di energia, con conseguenti benefici per il sistema elettrico nel suo complesso e per gli utenti finali. Una volta superato il sistema degli incentivi, gli effetti della potenza fotovoltaica installata saranno positivi e vedranno la diminuzione del valore delle importazioni e del costo dell’energia elettrica.”

“ANIE/GIFI chiede una smentita ufficiale ai Ministeri competenti sulle bozze in circolazione e si rende disponibile sin da subito a collaborare per la definizione di un 5° Conto Energia che tenga conto delle necessità di tutto il settore energetico, garantendo nel contempo all’industria fotovoltaica il più adeguato periodo di transizione per il raggiungimento della piena competitività ed indipendenza dagli incentivi. Tutto questo nel rispetto del contenimento dei costi per la collettività” ha concluso Natalizia.