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Clini: “600 mln per tagliare le emissioni”

Ai finanziamenti potranno accedere, a partire da questo marzo, soggetti pubblici e privati. Occhi puntati su tecnologie e sistemi per l'efficienza energetica

(Rinnovabili.it) – Conto alla rovescia per la partenza del Fondo Rotativo di Kyoto. Dopo gli annunci fatti nelle scorse settimane, il ministro dell’ambiente, Corrado Clini, ha annunciato la fine dei lavori che hanno impegnato il suo dicastero nella realizzazione di questo particolare strumento finanziario. L’annuncio e i primi dettagli del meccanismo sono stati forniti da Clini nel corso del convegno “Il patto dei sindaci dopo Durban”, organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con il patrocinio della Provincia di Roma. Il fondo, che sarà reso operativo a partire dal prossimo mese, metterà a disposizione di quelle piccole e medie imprese ma anche enti pubblici e privati che intendano tagliare le proprie emissioni, 600 milioni di euro di finanziamenti a un tasso dell’0,5%.

Sarà “rotativo”, ha spiegato il ministro, in quanto alimentato con le rate di rimborso dei finanziamenti concessi e vi si potrà accedere attraverso la Cassa Depositi e Prestiti che “permette di investire in tecnologie e in sistemi per efficienza energetica” . E sarà propria l’efficienza energetica a farla da padrone, date le sue immense potenzialità nel contesto nazionale. Secondo uno studio realizzato da Greenpeace con il Politecnico di Milano, in Italia si potrebbe risparmio di 100 miliardi di kWh l’anno semplicemente migliorando la gestione energetica ed ottenere nell’arco di un decennio, una riduzione di ben 207 milioni di tonnellate di CO2. Il Fondo sosterrà anche la micro-trigenerazione, tecnologia per la produzione congiunta di energia elettrica, termica e frigorifera che ben si adatta alle esigenze di Università, ospedali, condomini o piccole industrie; una soluzione con cui, secondo Clini si crea “un meccanismo per cui l’efficienza si raddoppia” passando da una media attuale del 40% a un 80%. Ed un ritorno stimato dell’investimento in 36-48 mesi.

Prende il via, in altre parole, uno strumento che molti definiscono strategico per il Paese, un meccanismo virtuoso in grado di autoalimentarsi e che può “fare da deposito anche per le risorse derivanti dal mercato delle emissioni”. “Il 50% delle entrate, come obbliga la Ue, deve infatti servire a finanziare azioni di riduzione delle emissioni e a fine 2012 – ha stimato Clini -ci potrebbero essere, oltre ai 600 milioni del Fondo rotativo, 400 milioni all’anno derivanti dal mercato delle quote di emissione”.

La notizia è stata accolta con soddisfazione da Greenpeace Italia. Per Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima dell’associazione ambientalista si tratta “di un passo in avanti importante, tanto per la salvaguardia del clima quanto per la nostra economia. Ora attendiamo il Governo su altri traguardi, a cominciare dall’aggiornamento del Piano d’azione nazionale per le fonti rinnovabili 2020, i cui obiettivi sono datati e già in parte superati dalla crescita del settore e necessitano un urgente e sensibile aggiornamento verso traguardi più ambiziosi”.