Rinnovabili • Obiettivi climatici UE 2040: serve -72,5% già entro il 2035 Rinnovabili • Obiettivi climatici UE 2040: serve -72,5% già entro il 2035

Riforma della Legge Clima UE: bisogna ridurre le emissioni del 72,5% entro il 2035

Priorità alla riduzione delle emissioni alla fonte, senza contare troppo sulla capacità di sequestro naturale e artificiale. E' una delle richieste della Coalition for Higher Ambition a Bruxelles

Obiettivi climatici UE 2040: serve -72,5% già entro il 2035
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Almeno -72,5% di emissioni nette entro il 2035. Ma dando priorità alla riduzione delle emissioni lorde, alla fonte. Azioni da finanziare adeguatamente con il nuovo bilancio europeo pluriennale 2028-2034. Senza dimenticare di rafforzare i piani per l’adattamento al cambiamento climatico. È la rotta che l’Unione Europea dovrebbe seguire per dare concretezza agli obiettivi climatici UE al 2040.

Sono le richieste della Coalition for Higher Ambition, un’ampia alleanza di organizzazioni ambientaliste, reti di città e governi regionali, a Bruxelles. In una lettera inviata alle istituzioni comunitarie, la coalizione delinea priorità politiche e target quantitativi necessari per mantenere la leadership climatica europea.

Nei prossimi giorni il Consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’UE dovrà lanciare ufficialmente la proposta di riforma della Legge Clima, in linea con la promessa di fissare i nuovi obiettivi climatici UE al 2040. Che, secondo le anticipazioni della Commissione, dovrebbe essere mantenuto al -90% già individuato nella scorsa legislatura.

Le priorità per gli obiettivi climatici UE al 2040

La lettera della Coalition for Higher Ambition delinea alcune priorità per dare concretezza all’obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni di gas serra con orizzonte 2040.

Priorità numero uno: pensare soprattutto alla riduzione delle emissioni lorde. “Nel percorso verso la neutralità climatica, la priorità assoluta dovrebbe essere data alla riduzione effettiva delle emissioni lorde”, affermano le organizzazioni.

Rafforzare la capacità di sequestro di anidride carbonica nel settore dell’uso del suolo (LULUCF) e la capacità di rimozione permanente della CO2 tramite soluzioni tecnologiche restano dei capisaldi. Ma non devono essere delle scuse per allentare la riduzione delle emissioni alla fonte. Tanto più che per molte di queste soluzioni non è ancora chiara l’effettiva scalabilità.

Seconda priorità, servono target energetici ambiziosi e vincolanti. Sia per le rinnovabili, sia per l’efficienza energetica. Sono 2 elementi chiave per offrire prevedibilità politica ai governi locali e regionali, alle imprese e agli investitori. Ma anche per ridurre le bollette energetiche attraverso il risparmio energetico, ridurre le importazioni di combustibili fossili e rafforzare l’indipendenza energetica del continente.

A questo proposito, le organizzazioni propongono di inserire un obiettivo intermedio al 2035 di “almeno il 72,5% di riduzioni nette delle emissioni domestiche”. Target che dovrebbe essere inserito anche nel prossimo Contributo Determinato a livello Nazionale (NDC) dell’UE, il piano climatico che Bruxelles dovrà depositare all’Onu prima della Cop30 in Brasile.

La revisione della Legge Clima dovrebbe poi essere l’occasione per rafforzare anche l’altro pilastro dell’azione climatica, l’adattamento al climate change. E dovrebbe riflettersi nella definizione del Quadro Finanziario Pluriennale 2028-34. Qui, le priorità individuate mirano a ridurre il gap di investimenti pubblici e privati per la decarbonizzazione.

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