È quanto emerge da uno studio di Area Science Park e Università Milano-Bicocca pubblicato su Resources Policy sulle tendenze dell’innovazione nel riciclo delle Terre Rare

La digitalizzazione e la decarbonizzazione sono considerate dalle istituzioni governative come le strategie fondamentali per orientare i sistemi economici verso una sostenibilità economica e ambientale. Tuttavia, queste tecnologie green e digitali si basano su una crescente varietà di materiali, il cui aumento nell’uso comporta una crescente estrazione di risorse minerarie. Un esempio significativo sono le terre rare (REE) – di cui si sta parlando molto in queste settimane, come motivo per fermare la guerra in Ucraina – un gruppo di 17 elementi chimici, essenziali per diversi settori economici, inclusi l’elettronica, veicoli elettrici e turbine eoliche, oltre che componenti per la produzione di idrogeno verde.
Paesi leader nelle Terre rare?
L‘Europa, gli Stati Uniti, il Giappone, la Corea del Sud e l’Australia hanno incluso le REE nella lista dei minerali critici a causa della loro importanza economica strategica e del rischio di approvvigionamento posto dal quasi-monopolio della Cina nell’estrazione e nella lavorazione delle REE.
Ed infatti rappresenta anche il mercato più attrattivo per i brevetti nel settore del riciclo delle terre rare, le cui richieste di brevetto sono di molto superiori rispetto ad altri Paesi. A sottolinearlo è lo studio “Innovation in rare earths recycling: A quantitative and qualitative analysis of patent data” che, attraverso un’accurata analisi dei dati sui brevetti, analizza in modo approfondito l’innovazione nel settore del riciclo delle Terre Rare.
Le strategie di economia circolare, come il riciclo delle REE, offrono un’alternativa all’estrazione primaria riducendo i rischi della catena di approvvigionamento, la dipendenza geopolitica dai fornitori e mitigando gli impatti ambientali. Tuttavia, è necessaria innovazione per ottenere un riciclo delle REE economicamente sostenibile ed efficiente dal punto di vista tecnico.
Studio italiano analizza il mercato globale delle REE
Secondo la ricerca, pubblicata su Resources Policy e condotta dagli autori di Area Science Park , Riccardo Priore e Marinella Favot, insieme a Marco Compagnoni dell’Università Milano-Bicocca, le università cinesi sono i maggiori innovatori nel riciclo di REE, forti sia nell’ambito della ricerca e dello sviluppo di nuove tecnologie per il recupero di questi materiali; per contro Stati Uniti e Giappone sono i leader tecnologici, con brevetti più citati ed un’innovazione tecnologica più rilevante a livello globale. L’Europa, purtroppo è in coda, con meno brevetti e di minore qualità.
“Questo lavoro – afferma Riccardo Priore, del Centro Patlib di Area Science Park – rappresenta una tipologia innovativa di supporto, tramite analisi statistica dei documenti brevettuali, a varie tematiche correlate alle attività di ricerca in ambito accademico. Lo studio sulle dinamiche di innovazione nel settore del riciclo delle terre rare rappresenta un punto di partenza importante per sviluppare strategie più efficaci nel settore del riciclo delle REE, con implicazioni significative per l’autonomia strategica dei Paesi importatori e per il futuro dell’economia circolare globale”.
Riciclo terre rare: metodo di studio eseguito
Nello studio eseguito è stata usata una metodologia di ricerca in due fasi per l’identificazione dei brevetti sul riciclo delle REE: uno è la classificazione OECD ENV-TECH per le tecnologie verdi, un sistema creato dall‘Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico per classificare e organizzare le tecnologie ambientali o verdi per selezionare i brevetti relativi alle tecnologie di riciclo secondo i loro codici di classificazione tecnologica. In pratica, la classificazione ENV-TECH aiuta a identificare e categorizzare le tecnologie che hanno un impatto positivo sull’ambiente, come i sistemi per il riciclo dei rifiuti, le tecnologie per l’energia solare, e altre soluzioni ecologiche. Le tecnologie vengono suddivise in diverse categorie, ognuna delle quali include un gruppo di tecnologie simili, in base alla loro funzione o campo di applicazione. In secondo luogo, “restringiamo l’insieme di brevetti di interesse in base alla presenza di parole chiave relative alle REE nei titoli e negli abstract dei brevetti“.
Come colmare il divario con i principali attori?
Per colmare il gap tra Europa ed i paesi leader nel settore, sarebbe necessario un maggiore sostegno all’innovazione attraverso investimenti pubblici, incentivi alle aziende e collaborazioni internazionali, ma è soprattutto la capacità di riciclo che diventerà sempre più cruciale per ridurre la dipendenza dalle importazioni e mitigare l’impatto ambientale dell’estrazione. I risultati dello studio italiano ci dicono che i paesi occidentali dovrebbero intensificare gli sforzi nel settore del riciclo, promuovendo innovazioni di qualità e investendo nella transizione verso un’economia più sostenibile.